Come da programma, questa notte alle 02:04 ora italiana, a 4,43 miliardi di chilometri dalla Terra, la sonda della NASA New Horizons ha superato l'orbita di Nettuno, l'ultima orbita planetaria attraversata prima di entrare nella storia arrivando a Plutone in prossimo 14 luglio 2015.
Dopo otto anni e otto nesi di viaggio, New Horizons ha raggiunto questa tappa il giorno del 25° anniversario dello storico incontro della sonda della NASA Voyager 2 con Nettuno il 25 agosto 1989.
A meno di un anno dall'arrivo, la sonda americana ha ripreso un filmato del pianeta nano doppio, 10 volte più ravvicinata di quanto fatto finora.
Utilizzando il radiotelescopio Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) in Cile, gli astronomi stanno effettuando misurazioni di alta precisione dell'orbita di Plutone e delle sue cinque lune conosciute, per aiutare il viaggio della sonda della NASA New Horizons.
Anche se ormai Plutone può essere osservato con disinvoltura dai potenti telescopi terrestri, ancora si sta lavorando per determinare con precisione il suo percorso intorno al Sole. Questa incertezza è dovuta all'estrema distanza del pianeta dalla nostra stella (circa 40 volte più lontano rispetto alla Terra) e al fatto che per ora abbiamo studiato solo circa un terzo della sua orbita. Plutone, infatti, è stato scoperto nel 1930 e impiega 248 anni per completare una rivoluzione attorno al Sole.
L'estate dovrebbe essere un periodo di vacanza, almeno per molti, ma di sicuro non lo è per le missioni spaziali che invece vivranno momenti di intesa attività.
E' il caso della sonda della NASA New Horizons che si è appana risvegliata dal letargo, iniziato 5 mesi e 100 milioni di chilometri fa.
La principale luna di Plutone, Caronte, potrebbe aver avuto nel suo passato un oceano sotterraneo.
Eventuali fratture nella crosta ghiacciata potrebbero indicare un nucleo caldo, almeno per un certo periodo di tempo, capace di mantenere l'acqua allo stato liquido.
Per ora si tratta solo di ipotesi, pubblicate in uno studio finanziato dalla NASA, sulla rivista Icarus ma per una conferma bisognerà attendere l'arrivo nel sistema di Plutone della sonda della NASA New Horizons a luglio 2015.
La recente scoperta di tre nuovi oggetti ai confini del Sistema Solare, il pianeta nano 2012 VP113 con il perielio maggiore ad oggi conosciuto, 2013 FY27 e 2013 FZ27 membri della fascia di Kuiper, ha portato gli astronomi a teorizzare ancora una volta la presenza di un corpo planetario massiccio agli angoli più remoti del nostro Sistema Solare.
Due ricercatori, Amy Barr della Brown University e Geoffrey Collins del Wheaton College, hanno pubblicato uno studio sulla rivista Icarus in cui vengono descritti tre diversi scenari per la composizione interna dell'ex pianeta Plutone.
Secondo la ricerca, le possibilità sarebbero:
1. una miscela indifferenziata di roccia e ghiaccio
2. una miscela di roccia e ghiaccio differenziata
3. un oceano ricoperto di ghiaccio
A pochi giorni di distanza dall'annuncio della scoperta di un nuovo pianeta nano ai confini del Sistema Solare, chiamato 2012 VP113 o più affettuosamente "Biden", lo stesso gruppo di astronomi avrebbe avvistato altri due potenziali oggetti 2013 FY27 e 2013 FZ27.
Entrambi sono membri della fascia di Kuiper, un raggruppamento di corpi relativamente piccoli oltre l'orbita di Nettuno, dove si trova anche Plutone.
Il Sistema Solare allarga famiglia!
Analizzando i dati ottenuti da osservazioni terrestri, gli astronomi hanno annunciato oggi la scoperta di un nuovo oggetto oltre l'orbita di Plutone, ai confini del nostro Sistema Solare.
Chiamato 2012 VP113, con un diametro di 450 chilometri, è forse un pianeta nano, ossia un corpo in orbita intorno al Sole, con una massa sufficiente affinché la sua stessa gravità riesca a conferire una forma sferica.
Ha ormai percorso gran parte della strada tra la Terra e Plutone ma ancora non le avevo dedicato un post: sto parlando della sonda della NASA News Horizons.
Dopo 7 anni di viaggio ed oltre 4,3 miliardi di chilometri percorsi, la sonda è solo la quinta ad attraversare lo spazio interplanetario così lontano dal Sole e la prima a dirigersi verso Plutone.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.