Utilizzando i dati della sonda della NASA Cassini rilevati per la grande luna di Saturno, Titano, gli scienziati hanno trovato un modo per studiare le complesse atmosfere nebbiose che spesso avvolgono e nascondono i pianeti extrasolari.
Il lavoro è stato eseguito da un team guidato da Tyler Robinson, ricercatore presso l'Ames Research Center della NASA a Moffett Field, California.
La polvere sarebbe la componente chiave e dominante dell'ambiente marziano, polvere ovunque.
Così, descrive il Pianeta Rosso un ricercatore dellla Texas A&M University che ha trascorso gran parte degli ultimi nove anni studiando i dati e le immagini inviate a Terra dai rover.
Mark Lemmon, professore di scienze atmosferiche, ha collaborato con diverse missioni, soprattutto per i Mars Exploration Rover, Spirit e Opportunity.
Secondo Lemmon, l'aerosol di polvere gioca un ruolo fondamentale nel comportamento e nell'evoluzione dell'atmosfera marziana.
Le piante convertono l'energia della luce solare in energia chimica durante un processo chiamato fotosintesi.
E' l'attività mediante la quale le piante raccolgono la luce del Sole per produrre zuccheri, da anidride carbonica e acqua, rilasciando ossigeno come sottoprodotto.
Tale processo, con la sua semplice complessità, è parte della routine quotidiana su questo mondo ed è alla base della maggior parte dei processi biologici.
Quasi tutto quello che sappiamo oggi sul pericolo di radiazioni in un viaggio verso Marte e in un eventuale soggiorno in superficie lo abbiamo imparato nell'ultimo anno o poco più, grazie alla missione Mars Science Laboratory, Curiosity.
Lo spazio è sempre stato ritenuto un ambiente ostile ma è stata spesso convinzione che, una volta giunti a destinazione, sulla superficie del Pianeta Rosso, ci sarebbe stata una schermatura sufficiente per proteggere gli astronauti dai danni da radiazioni.
A pochi mesi dal rientro perfetto della "Ferrari" dello spazio" dell'ESA, il satellite GOCE (Gravity Field and Steady State Ocean Circulation Explorer), un altro veicolo spaziale fuori servizio, e fuori controllo, è rietrato nella nostra atmosfera. Questa volta si trattato del satellite russo Cosmos-1220.
A dire il vero, sulla sua discesa attraverso l'atmosfera terrestre ci sono ancora notizie discordanti ma dovrebbe essere avvenuto senza arrecare danni a cose e/o persone domenica mattina all'alba.
Il telescopio spaziale Hubble e la sonda Cassini della NASA hanno unito i loro sforzi per osservare insieme le aurore di Saturno, riprendendo un meraviglioso spettacolo, una coreografia danzante di luci estremamente complessa.
Gli occhi elettronici dei due veicoli spaziali sono stati in grado di osservare le aurore da diversi punti vista.
Venere appare ricoperto da uno spesso strato uniforme di nuvole, difficili da penetrare anche per gli occhi elettronici delle sonde, nelle lunghezze d'onda del visibile. Ma la sonda dell'Agenzia Spaziale Europea ESA, Venus Express, ha potuto guardare con radar ed infrarossi, rilevando dinamiche molto più sofisticate: treni d'onda in piccola scala, soprattutto alle alte latitudini settentrionali, in particolare sopra Ishtar Terra, una regione che vanta le montagne più alte del pianeta.
Marte sarebbe stato in grado di sostenere la vita microbica per centinaia di milioni di anni.
I nuovi risultati sui campioni di roccia analizzati dal Mars Exploration Rover Opportunity confermano che il Pianeta Rosso aveva un clima umido e mite durante il suo passato più antico.
La scoperta viene pubblicata mentre l'instancabile rover sta festeggiando il suo decimo anno terrestre sul Pianeta Rosso.
Dopo decenni di osservazioni, di certo Marte non può più essere definito un pianeta morto.
Tempeste e diavoli di polvere, dune in movimento, frane, fratture, nuvole e precipitazioni rendono la superficie estremamente dinamica e mutevole con il trascorrere delle stagioni.
Ora, gli scienziati sospettano che un'attività altrettanto ricca possa essere presente anche nel sottosuolo.
Sono chiamate nubi nottilucenti (NCL), hanno un colore bianco - blu elettrico e si formano quando le molecole d'acqua congelano intorno alla polvere delle meteore ad una quota di 80 / 85 chilometri sopra la superficie terrestre, talmente in alto da poter riflettere ancora la luce del Sole dopo il tramonto.
Il loro componente fondametale è quindi materiale proveniente dallo spazio profondo che, potremmo dire, trasforma il nostro pianeta in un mondo un po' più alieno.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.