Scritto: Mercoledì, 19 Dicembre 2018 19:45 Ultima modifica: Mercoledì, 19 Dicembre 2018 23:02

Via libera per New Horizons su Ultima Thule


Con un paio di giorni di ritardo, è stata ufficialmente comunicata la decisione di procedere sulla rotta nominale che porterà la sonda a soli 3500 km dal KBO, tra 12 giorni.

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Via libera per New Horizons su Ultima Thule
Credit: NASA/Johns Hopkins Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute.

 Procede a gonfie vele la corsa di New Horizons verso l'oggetto più remoto mai visitato da una sonda spaziale. Dopo quasi tre settimane di ricerche visuali su possibili anelli, piccole lune e altri potenziali pericoli intorno al suo obiettivo, Alan Stern (principal investigator e "papà" di New Horizons) ha dato il "via libera" affinché il veicolo spaziale resti sulla traiettoria attuale, che lo porterà alla distanza pianificata di 3500 chilometri da Ultima Thule nella prima mattina del primo Gennaio 2019 (notare il curioso gioco verbale di "prima" e "ultima"). Ieri dunque non c'è stata la "temuta" correzione di rotta di emergenza, che avrebbe portato la sonda tre volte più lontano dal suo obiettivo per evitare che, a una velocità relativa di quasi 52000 chilometri l'ora, anche l'impatto con una particella piccola come un chicco di riso fosse stata letale.

 La squadra di una dozzina di membri addetti a questa attività di "hazard avoidance" ha utilizzato la più potente macchina fotografica telescopica a bordo, la Long Range Reconnaissance Imager (LORRI), per cercare potenziali pericoli. Un'intensa ricerca non ha rivelato potenziali rischi, come era già successo alla vigilia dell'incontro con Plutone nel 2015. Qualsiasi struttura ad anello che riflettesse anche solo i cinque milionesimi della luce solare sarebbe stata visibile nelle immagini, così come qualsiasi satellite di almeno tre chilometri (circa un decimo di Ultima).

 L'immagine in apertura mostra il risultato di queste osservazioni. Si tratta della somma di centinaia di immagini scattate tra agosto e metà dicembre da LORRI, codificata in falsi colori. Ultima Thule è la macchia gialla luminosa nel mezzo e le immagini, riprese da distanze diverse, sono state riscalate per avere la stessa scala lineare prima di sommarle. Le due possibili distanze di passaggio per New Horizons sono indicate dai due cerchi concentrici e l'attuale bersaglio è evidenziato da una X. Le singole immagini contengono molte stelle di sfondo, ma combinando le immagini scattate a distanze diverse da Ultima Thule, la maggior parte delle stelle può essere identificata e rimossa. Tuttavia, alcune di loro lasciano tracce, che possono essere viste come deboli cerchi che si irradiano dal punto di destinazione.

 Nei prossimi giorni, gli scienziati continueranno a cercare gli anelli o le lune che sono molto vicini a Ultima, ma quelli non rappresenterebbero un rischio perchè a distanza più piccola di quella di approccio. Di seguito, l'andamento della distanza e della risoluzione (o meglio, la scala) su Ultima Thula durante l'approccio.

Approach close 2 captioned

Andamenti in prossimità del massimo approccio; gli orari sono in Tempo Universale (UT) - Prepared by M. Di Lorenzo

 New Horizons farà il suo storico approccio vicino a Ultima Thule alle 6:33 CET del 1 gennaio. Oltre alle telecamere LORRI e MVIC, gli altri strumenti scientifici includono lo spettrografo infrarosso LEISA (che, insieme a MVIC, costituisce lo strumento Ralph) e lo spettrografo ultravioletto Alice (che tra l'altro userà le occultazioni stellari per cercare una eventuale chioma intorno a Ultima). New Horizons ha anche tre strumenti in-situ per misurare campi e particelle: il Pluto Energetic Particle Spectrometer Science Investigation (PEPSSI), Solar Wind Around Pluto (SWAP); e lo Student Dust Counter (DSC).

I pianificatori di missione hanno suddiviso il flyby in tre fasi principali:

  • Attualmente siamo nella fase di avvicinamento, che si estende dal 16 agosto al 24 dicembre, fino a quando la distanza non sarà scesa a 10 milioni di km. 
  • La fase centrale durerà 10 giorni, dal 24 dicembre al 2 gennaio. Quasi tutta la scienza avverrà in un soli 2 giorni intorno all'approccio, con un'intensa attività di imaging e spettroscopia per mappare MU69, studiarne la composizione, la rotazione ecc.
  • La fase di alllontanamento dura un'altra settimana, dal 3 all'8 gennaio. Successivamente, New Horizons trascorrerà 20 mesi scaricando tutti i dati, fino a settembre 2020.

 

Riferimenti:

http://pluto.jhuapl.edu/News-Center/News-Article.php?page=20181218

http://www.planetary.org/blogs/emily-lakdawalla/2018/what-to-expect-new-horizons-mu69-ultima-thule.html

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Marco Di Lorenzo (DILO)

Sono laureato in Fisica e insegno questa materia nelle scuole superiori; in passato ho lavorato nel campo dei semiconduttori e dei sensori d'immagine. Appassionato di astronautica e astronomia fin da ragazzo, ho continuato a coltivare queste passioni sul web, elaborando e pubblicando numerose immagini insieme al collega Ken Kremer. E naturalmente amo la fantascienza e la fotografia!

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