Lanciata nel 2021, la sonda è la prima missione spaziale dedicata allo studio degli asteroidi attorno a Giove. Questi ultimi sarebbero i resti del materiale primordiale che andò a formare i pianeti esterni più di 4 miliardi di anni fa e potrebbero contenere indizi vitali per decifrare la storia del Sistema Solare e, forse, anche le origini del materiale organico sulla Terra. Orbitano in corrispondenza dei punti di equilibrio (i punti di Lagrange) del sistema gravitazionale Sole-Giove. I gruppi principali sono concentrati in corrispondenza di L4 ed L5 (che, rispettivamente, precedono e seguono di 60º Giove nel suo tragitto orbitale), dove la risultante tra l'attrazione gravitazionale complessiva esercitata dal Sole e dal gigante gassoso e la forza centrifuga apparente sono nulle. Il gruppo che si trova in L4 è appartenente al cosiddetto campo greco, mentre gli asteroidi L5 sono troiani.
La missione Lucy ha l'obiettivo di studiare nove di queste rocce spaziali in un tour di 12 anni. Il primo di essi, Dinkinesh (il nome etiope di Lucy), il cui incontro è previsto per 1 novembre 2023, servirà da test ingegneristico. Subito dopo la sonda tornerà verso la Terra per un gravity assist che le darà la spinta verso Giove. L'incontro successivo sarà con l'asteroide della fascia principale Donaldjohanson (dal nome del paleoantropologo che ha scoperto Lucy) nel 2025
La sonda prende il nome dall'australopiteco scoperto nel 1974 in Etiopia. Proprio come l'ominide Lucy ci ha insegnato alcune cose sulle origini dell'Homo sapiens, gli scienziati sperano che la missione Lucy ci dirà di più sulle origini del Sistema Solare.
I quattro asteroidi nell'immagini in apertura, Eurybates, Polymele, Leucus e Orus, appartengono tutti al campo greco e Lucy li visiterà nel 2027 e nel 2028.
Quando queste immagini sono state scattate tra il 25 e il 27 marzo, il veicolo spaziale si trovava a oltre 530 milioni di chilometri dai suoi bersagli, che.è più di tre volte la distanza tra la Terra e il Sole.
Ogni target è stato ripreso rispettivamente: 6,5 ore per Eurybates, 2,5 ore per Polymele, 2 ore per Leucus e 10 ore per Orus. I dati risultanti saranno combinati con le altre osservazioni che Lucy compirà nei prossimi anni per ottenere alcune informazioni preliminari sulle loro caratteristiche.
Crediti: NASA/Goddard/SwRI/JHU-APL
Il payload
Oltre a tutti i sistemi fondamentali, come l'antenna ad alto guadagno per comunicare con la Terra, il payload scientifico include:
- Lucy Thermal Emission Spectrometer (L'TES), uno strumento costruito dall'Arizona State University di Tempe, in Arizona, che misurerà la temperatura superficiale degli asteroidi troiani osservando lo spettro termico dell'infrarosso, aiutando a comprendere le proprietà fisiche del materiale superficiale
- Lucy LOng Range Reconnaissance Imager (L’LORRI), una fotocamera pancromatica ad alta risoluzione, realizzata dal Laboratorio di fisica applicata della Johns Hopkins University, nel Maryland. L'LORRI fornirà le immagini più dettagliate della superficie degli asteroidi troiani.
- L’Ralph, uno strumento fornito dal Goddard Space Flight Center della NASA che consiste di due parti: L'Ralph Linear Etalon Imaging Spectral Array (LEISA), uno spettrometro a infrarossi che rivelerà le linee di assorbimento che fungono da impronte digitali per diversi silicati, ghiacci e sostanze organiche che potrebbero trovarsi sulla superficie degli asteroidi troiani; L'Ralph Multi-spectral Visible Imaging Camera (MVIC), che acquisirà immagini a colori dei troiani per determinarne la composizione.