Le nane rosse sono le stelle più comuni nell'Universo e perciò rappresentano i bersagli migliori per la ricerca della vita aliena. Eppure l'unico pianeta abitato conosciuto, la Terra, orbita attorno a una nana gialla. Tutto questo dovrebbe risultare sorprendente nonostante non dovremmo considerarci cosmicamente speciali.
La piccola ma potente Proxima Centauri ha emesso uno tra i flare stellari più potenti mai registrati in tutta la Via Lattea.
Sette pianeti delle dimensioni della Terra, orbitanti attorno alla stessa stella a soli 40 anni luce di distanza da noi, tutti nella zona abitabile: questo è l'ultimo bottino del telescopio spaziale Spitzer della NASA, che ieri ne ha dato notizia in una conferenza stampa.
Secondo un recente documento pubblicato sulla rivista Nature, la stella più vicina al Sole ospita un pianeta che potrebbe essere simile alla Terra.
La missione della NASA Kepler ha confermato il primo pianeta di dimensioni simili alla Terra in orbita nella zona abitabile di una stella di tipo G2, come il nostro Sole. La scoperta porta il numero totale dei mondi extrasolari confermati a 1.030.
Un'incredibile foto del nostro pianeta è stata acquisita il 6 luglio 2015 dall'Earth Polychromatic Imaging Camera (EPIC) a bordo del satellite NOAA Deep Space Climate Observatory (DSCOVR), da una distanza di 1.5 milioni di chilometri.
Un gruppo di ricercatori dell'Australian National University e del Niels Bohr Institute di Copenhagen ha calcolato quante stelle, tra tutte quelle presenti nella Via Lattea, potrebbero ospitare pianeti nella loro zona abitabile. Il risultato mostra, non solo che questo numero è molto alto ma che miliardi di queste stelle hanno da 1 a 3 pianeti alla giusta distanza perché possa esistere acqua allo stato liquido sulla loro superficie.
Usando i dati del telescopio della NASA Kepler, un gruppo internazionale di astronomi ha scoperto il più antico sistema planetario conosciuto nella Galassia, formato da cinque più piccoli pianeti, di dimensioni variabili tra quelle di Mercurio e Venere e probabilmente rocciosi.
Orbitano intorno alla stella Kepler-444, simile al nostro Sole, a 117 anni luce dalla Terra, nata 11,2 miliardi di anni fa.
Nel corso di una conferenza stampa in occasione del 225° meeting dell'American Astronomical Society, un gruppo di astronomi dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) ha annunciato oggi di aver trovato otto nuovi pianeti extrasolari nella zona "Goldilocks" della loro stella, in orbita ad una distanza tale per cui può esistere acqua allo stato liquido sulla loro superficie.
Nuovi modelli sui pianeti extrasolari simili alla Terra, in orbite particolarmente difficili, dimostrano che le forze di marea rappresentano uno degli elementi chiave per la loro sopravvivenza.
Un mondo potenzialmente abitabile, infatti, che orbita alla giusta distanza dalla propria stella perché possa esistere acqua allo stato liquido sulla sua superficie, potrebbe essere disturbato dalla presenza di un gigante gassoso, che renderebbe impossibile la vita. Ma l'attrito genera calore e, anche se il calore a volte è distruttivo, la giusta quantità è un punto a favore per creare condizioni favorevoli di abitabilità.