"Nello stesso momento dell'anno scorso, la sonda New Horizons stava regalando all'umanità il primo sguardo ravvicinato a Plutone", ha ricordato Diane Brown, del programma Juno della NASA a Washington, nella press release del livestreaming che si è tenuto ieri sera.
"Ora, Juno è pronta ad andare più vicino a Giove di qualsiasi altro veicolo spaziale per svelare i suoi misteri".
Fin da quando è stata lanciata, il 5 agosto 2011, la navicella ha dovuto fare i conti con l'azione gravitazionale della Terra, del Sole e ora del gigante gassoso, essendo entrata da poco nella sua sfera di influenza.
Affinché l'inserimento in orbita riesca, Juno dovrà tenere accesi i propulsori per almeno 20 minuti sui 35 programmati ma ne serviranno 30 per raggiungere una buona orbita scientifica. Se qualcosa dovesse andare storto, entrerà in funzione una sorta di riavvicinamento automatico che manterrà accesi i razzi per 500 secondi supplementari.
Una volta giunta a destinazione, per 14 giorni, Juno si avvicinerà entro i 4.667 chilometri dalle cime delle nubi del più grande pianeta del nostro Sistema Solare.
Una serie di 37 sorvoli ravvicinati, eclisserà il precedente record di 43.000 chilometri della Pioneer 11 della NASA del 1974. Ma ovviamente, tutto questo avrà un prezzo.
"Non siamo in cerca di guai, siamo alla ricerca di dati", ha dichiarato Scott Bolton, scienziato principale presso il Southwest Research Institute di San Antonio.
La fonte dei potenziali problemi potrebbe arrivare dall'interno del pianeta.
Al di sotto delle nuvole, uno strato di idrogeno sotto pressione è in grado di agire come un conduttore elettrico. La rotazione veloce di Giove (circa 10 ore) in combinazione con questo idrogeno metallico genera un potente campo magnetico che circonda il pianeta con elettroni, protoni e ioni che viaggiano a velocità prossime a quella della luce. Il veicolo spaziale, perciò, si troverà all'interno di questo campo di particelle ad alta energia a forma di ciambella e dovrà fare i conti con l'ambiente di radiazione più duro del Sistema Solare.
"Nel corso della vita della missione, Juno sarà esposta all'equivalente di oltre 100 milioni di radiografie dentali", ha detto Rick Nybakken, project manager della missione al Jet Propulsion Laboratory della NASA. "Ma noi siamo pronti ed abbiamo progettato un'orbita che riduce al minimo l'esposizione alle radiazioni, che ci permetterà di sopravvivere abbastanza a lungo per ottenere i dati scientifici".
L'orbita di Juno assomiglierà ad un ovale schiacciato.
La traiettoria porterà la navicella prima vicino al polo nord per poi scendere rapidamente di altitudine sotto le fasce di radiazione del pianeta, verso il polo sud. Ogni passaggio ravvicinato durerà circa un giorno terrestre. Poi la sonda viaggerà sotto il polo sud e lontano da Giove, ben al di là della portata di radiazioni nocive.
La sonda è dotata di speciali cablature eletriche e di un cuore di 180 chilogrammi di titanio che protegge il computer di volo e gli strumenti scientifici ma questo non garantirà a Juno "lunga vita e prosperità" ed il bombardamento costante o prima o poi danneggerà l'elettronica ma ma non prima di 20 mesi di scienza.
A bordo di Juno, la JunoCam sarà la nostra finestra su Giove: una fotocamera nata con l'intento di coinvolgere e sensibilizzare il pubblico che offrirà una grande opportunità agli appassionati.
Ecco i prossimi appuntamenti dedicati alla missione su NASAtv:
- 30 giugno ore 19:00 "Mission overview news briefing"
- 4 luglio ore 18:00 "Pre-orbit-insertion briefing"
- 5 luglio ore 4:30 "NASA TV broadcast"
- 5 luglio ore 7:00 "Post-orbit-insertion briefing"
A Juno mancano meno di 18 giorni e circa 13,8 milioni di chilometri per raggiungere Giove.
Potete seguire giornalmente la fase di avvicinamento e l'inserimento in orbita nel "Mission Log" di Marco Di Lorenzo.