Questa immagine spettacolare della regione di formazione stellare nella Nebulosa di Orione (M42) è stata ottenuta con una serie di pose della camera infrarossa HAWK-1 al telescopio VLT dell'ESO in Cile.
Questa immagine composita mostra l'esopianeta HD 131399Ab appena scoperto nel sistema stellare triplo HD 131399.
Installato sul VLT (Very Large Telescope) dell'ESO in Cile, il gioiello interferometrico GRAVITY ha iniziato le sue prime osservazioni, combinando con successo la luce di quattro telescopi.
Un'antica nube di gas nello spazio profondo potrebbe essere ciò che resta delle prime stelle dell'Universo.
La scoperta arriva da un gruppo di scienziati australiani e statunitensi che, grazie al Very Large Telescope in Cile, sono riusciti a decifrare la composizione dell'oggetto formatosi 1,8 miliardi di anni dopo il Big Bang.
In questa immagine, ripresa con il VLT, la galassia che domina il centro dell'immagine come un ovale dorato è una galassia ellittica a circa 200 milioni di anni luce da noi nella costellazione del Centauro.
La stella VY Canis Majoris ripresa dal coronografo SPHERE sul VLT mostra nubi di polvere che la circondano, illuminati da questa ipergigante rossa.
Questa immagine è una rappresentazione artistica ma la realtà, osservata dagli astronomi con il VLT (Very Large Telescope) dell'ESO, non deve essere tanto diversa: a 160.000 anni luce dalla Terra, ci sono due stelle calde e massicce così vicine tanto da toccarsi. La catastrofe sarà inevitabile.
Grazie al telescopio dell'ESA/NASA Hubble e al Very Large Telescope dell'European Southern Observatory (ESO) in Cile, gli astronomi hanno scoperto misteriose caratteristiche all'interno del disco polveroso che circonda la giovane stella vicina, AU Microscopii (AU Mic).
Il movimento ondulatorio rilevato è diverso da qualsiasi altra caratteristica osservata finora o prevista per un disco circumstellare.
Grazie al VLT (Very Large Telescope) dell'ESO, un gruppo di astronomi, guidati da David Sobral, dell'Institute of Astrophysics and Space Sciences, della Faculty of Sciences dell'Università di Lisbona in Portogallo e del Leiden Observatory nei Paesi Bassi, ha scoperto la galassia più brillante del primo Universo. Al suo interno sono state identificate stelle di prima generazione, ossia gli oggetti massicci e brillanti che hanno prodotto i primi elementi pesanti della storia, finora solo previsti dalle teorie.
Usando lo strumento MUSE sul VLT (Very Large Telescope) dell'ESO, alcuni astronomi hanno prodotto la prima visione tridimensionale completa dei famosi Pilastri della Creazione nella Nebulosa Aquila, Messier 16. Le nuove immagini dimostrano come questi pilastri di polvere siano distribuiti nello spazio e svelano molti dettagli nuovi, tra cui un getto mai visto prima proveniente da una giovane stella.