Scrutando gli angoli più remoti del nostro Sistema Solare, il telescopio spaziale Hubble ha trovato un oggetto della fascia di Kuiper (KBO) che potrebbe diventare il target perfetto per la sonda della NASA New Horizons dopo aver studiato il sistema di Plutone nel 2015.
Il team di ricercatori, guidato da John Spencer, scienziato del Southwest Research Institute (SwRI) di Boulder (Colorado) e membro del team New Horizons, ha scoperto tre possibili obiettivi ma uno in particolare, ancora senza un nome definitivo ed identificato come "1110113Y" o " PT1" ([New Horizons] Potential Target 1), sembra avere tutte le carte in regola.
Utilizzando la fotocamera Long Range Reconnaissance Imager (LORRI), la sonda della NASA New Horizons ha ripreso per la prima volta la luna più esterna conosciuta di Plutone, Idra.
Le immagini fanno parte di una serie di riprese a lunga esposizione che il team sta utilizzando alla ricerca di nuove lune e detriti potenzialmente pericolosi per la sonda quando si avvicinerà al sistema di Plutone durante il prossimo anno.
Come da programma, questa notte alle 02:04 ora italiana, a 4,43 miliardi di chilometri dalla Terra, la sonda della NASA New Horizons ha superato l'orbita di Nettuno, l'ultima orbita planetaria attraversata prima di entrare nella storia arrivando a Plutone in prossimo 14 luglio 2015.
Dopo otto anni e otto nesi di viaggio, New Horizons ha raggiunto questa tappa il giorno del 25° anniversario dello storico incontro della sonda della NASA Voyager 2 con Nettuno il 25 agosto 1989.
A meno di un anno dall'arrivo, la sonda americana ha ripreso un filmato del pianeta nano doppio, 10 volte più ravvicinata di quanto fatto finora.
Utilizzando il radiotelescopio Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) in Cile, gli astronomi stanno effettuando misurazioni di alta precisione dell'orbita di Plutone e delle sue cinque lune conosciute, per aiutare il viaggio della sonda della NASA New Horizons.
Anche se ormai Plutone può essere osservato con disinvoltura dai potenti telescopi terrestri, ancora si sta lavorando per determinare con precisione il suo percorso intorno al Sole. Questa incertezza è dovuta all'estrema distanza del pianeta dalla nostra stella (circa 40 volte più lontano rispetto alla Terra) e al fatto che per ora abbiamo studiato solo circa un terzo della sua orbita. Plutone, infatti, è stato scoperto nel 1930 e impiega 248 anni per completare una rivoluzione attorno al Sole.
La nuova missione per Hubble è appena iniziata, eppure il telescopio spaziale ha già individuato due oggetti nella fascia di Kuiper (KBO) per la sonda della NASA New Horizors che, una volta visitato il sistema di Plutone nel 2015, potrebbe proseguire il suo viaggio tra i primitivi corpi ghiacciati al confine del Sistema Solare.
L'estate dovrebbe essere un periodo di vacanza, almeno per molti, ma di sicuro non lo è per le missioni spaziali che invece vivranno momenti di intesa attività.
E' il caso della sonda della NASA New Horizons che si è appana risvegliata dal letargo, iniziato 5 mesi e 100 milioni di chilometri fa.
La principale luna di Plutone, Caronte, potrebbe aver avuto nel suo passato un oceano sotterraneo.
Eventuali fratture nella crosta ghiacciata potrebbero indicare un nucleo caldo, almeno per un certo periodo di tempo, capace di mantenere l'acqua allo stato liquido.
Per ora si tratta solo di ipotesi, pubblicate in uno studio finanziato dalla NASA, sulla rivista Icarus ma per una conferma bisognerà attendere l'arrivo nel sistema di Plutone della sonda della NASA New Horizons a luglio 2015.
La recente scoperta di tre nuovi oggetti ai confini del Sistema Solare, il pianeta nano 2012 VP113 con il perielio maggiore ad oggi conosciuto, 2013 FY27 e 2013 FZ27 membri della fascia di Kuiper, ha portato gli astronomi a teorizzare ancora una volta la presenza di un corpo planetario massiccio agli angoli più remoti del nostro Sistema Solare.
Due ricercatori, Amy Barr della Brown University e Geoffrey Collins del Wheaton College, hanno pubblicato uno studio sulla rivista Icarus in cui vengono descritti tre diversi scenari per la composizione interna dell'ex pianeta Plutone.
Secondo la ricerca, le possibilità sarebbero:
1. una miscela indifferenziata di roccia e ghiaccio
2. una miscela di roccia e ghiaccio differenziata
3. un oceano ricoperto di ghiaccio