Questi dati sono emersi studiando i campioni delle roccia spaziale riportati sulla Terra dalla sonda Hayabusa 2 della Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA), che ha studiato Ryugu dal 2018.

Nel 2019, il veicolo spaziale ha raccolto 5,4 grammi dalla superficie e dal sottosuolo dell'asteroide, stivando il materiale in un contenitore ermetico per il ritorno.
Gli scienziati hanno scoperto che Ryugu non è un grosso masso ma è composto da molte piccole rocce e ha ottenuto la sua insolita forma a trottola dalla rapida rotazione.
In quanto asteroide carbonioso, o di tipo C, Ryugu contiene una grande quantità di materia organica ricca di carbonio, gran parte della quale probabilmente originata dalla stessa nebulosa che diede vita al Sole e ai pianeti del Sistema Solare circa 4,6 miliardi di anni fa. Precedenti analisi del campione hanno anche suggerito che l'asteroide contiene acqua.
"Il materiale Ryugu è il materiale più primitivo del Sistema Solare che abbiamo mai studiato", ha detto Hisayoshi Yurimoto, professore di geoscienza all'Università di Hokkaido e leader del team che ha eseguito la proma analisi chimica. "Queste molecole organiche prebiotiche possono diffondersi in tutto il Sistema Solare, potenzialmente come polvere interplanetaria dalla superficie di Ruygu per impatto o altre cause".

Inizialmente, l'analisi del campione aveva rilevato 10 tipi di aminoacidi, ma ora il numero è salito a oltre 20, secondo il ministero dell'Istruzione giapponese. Gli amminoacidi sono gli elementi costitutivi fondamentali di tutte le proteine ​​e sono prerequisiti indispensabili per l'esistenza della vita sul nostro pianeta. Questi risultati supportano l'ipotesi che le molecole organiche siano arrivate sulla Terra grazie a asteroidi e comete.
"Dimostrare che gli aminoacidi esistono nel sottosuolo degli asteroidi aumenta la probabilità che i composti arrivino sulla Terra dallo spazio", ha detto Kensei Kobayashi, professore emerito di astrobiologia alla Yokohama National University. Ciò significa che probabilmente gli amminoacidi potrebbero essere trovati su altri pianeti e satelliti naturali, un indizio che "la vita potrebbe essere nata in più luoghi dell'Universo di quanto si pensasse in precedenza", ha aggiunto.

I ricercatori stanno continuando ad analizzare i campioni di Ryugu e presto saranno disponibili ulteriori dati sulla formazione dell'asteroide e sulla sua composizione. Nel frattempo, restiamo in attesa per i campioni dell'asteroide Bennu, raccolti dalla sonda OSIRIS-Rex, che torneranno sulla Terra nel 2023.