Ieri c'è stato il primo tentativo di discesa sull'asteroide da parte della sonda giapponese, il cosiddatto "Rehearsal 1 for Touchdown 1" (TD1-R1). Secondo i piani della Jaxa, la manovra sarebbe iniziata la mattina di lunedi partendo dal "Box-A" a 20 km dall'asteroide; dopo 10,5 ore di discesa a 0,4 m/s, Hayabusa-2 ha raggiunto 5 km di distanza, rallentando a soli 0,1 m/s. Alla fine, la sonda avrebbe dovuto raggiungere una altezza minima inferiore ai 40 metri intorno alle 7:25 (ora italiana) per poi riaccendere i motori e allontanarsi a 0,7 m/s verso una posizione di osservazione (home position) a 6 km da Ryugu.
Purtroppo, però, non è andata così e, arrivata a 600 metri d'altezza, la navicella spaziale si è fermata autonomamente per poi risalire. La causa della prematura interruzione nella discesa è da imputare al dispositivo LIDAR, che dovrebbe misurare la distanza dalla superficie dell'asteroide tramite la riflessione (o meglio, la diffusione) di impulsi laser. Una probabile ragione per cui questa misura è stata impossibile è la bassa riflettanza (albedo) della superficie di Ryugu.
La condizione della navicella è normale e oggi è tornanta alla posizione di partenza (Box-A). A partire da domani, il team a Terra prevede di rivedere la procedura di discesa, compresa una revisione delle impostazioni LIDAR. Si spera che il problema venga risolto perchè in caso contrario Hayabusa non potrebbe effettuare una discesa sicura su Ryugu e prelevarne campioni a fine Ottobre. Nel frattempo, godiamoci questo filmato realizzato dal sottoscritto a partire da 23 fotogrammi scattati dalla fotocamera grandangolare ONC-W nella fase finale della discesa, tra le 13:16 di ieri e le 5:58 di stamattina.
Credit: JAXA - Processing: M. Di Lorenzo
Gli osservatori più attenti noteranno, negli ultimi fotogrammi, la zona luminosa sulla sinistra dovuta al "backscattering" da parte dello strato di regolite superficiale, che diffonde la luce solare soprattutto verso la direzione da cui è venuta. Al centro di questo alone luminoso, fa capolino l'ombra di Hayabusa-2, ben visibile nell'immagine di apertura opportunamente processata. In effetti, sulla base delle dimensioni apparenti di Ryugu, nell'ultima immagine la scala dovrebbe essere 3,1 m/pixel e quindi la sonda dovrebbe sottendere circa 1 pixel, pannelli solari compresi. Tra l'altro, la scala indica anche la distanza da cui è stata scattata l'immagine, sapendo che il campo abbracciato da ONC-W è circa 60°: il risultato è circa 3 km, dunque ben prima che venisse raggiunta la distanza minima! E' possibile che altre immagini, ancora più ravvicinate, vengano rilasciate a breve... non è chiaro se anche la camera telescopica abbia scattato immagini in prossimità del massimo avvicinamento; in caso affermativo, dovrebbe essere possibile vedere dettagi dell'ordine di 10 cm, cosa peraltro già avvenuta il 6 agosto, quando la sonda scese a 850 metri dalla superficie di Ryugu.
Riferimenti:
https://aliveuniverse.today/speciale-missioni/sistema-solare/hayabusa-2/3613-hayabusa-2-pronta-al-touchdown
http://www.hayabusa2.jaxa.jp/en/topics/20180912e/
http://www.hayabusa2.jaxa.jp/en/galleries/onc/nav20180911/