Utilizzando i dati del telescopio della NASA Kepler, che ad oggi ha contribuito ad identificare oltre 1500 pianeti extrasolari confermati, gli astronomi hanno scoperto il primo pianeta delle dimensioni della Terra nella zona abitabile del suo sistema, ossia alla giusta distanza dalla propria stella per cui sulla sua superficie possa esistere acqua allo stato liquido.
Kepler-186f, questo è il nome del nuovo mondo confermato, non è il primo pianeta extrasolare noto a trovarsi nella fascia abitabile ma finora tutti erano un po' più grandi della Terra (almeno del 40%).
Due ricercatori, Amy Barr della Brown University e Geoffrey Collins del Wheaton College, hanno pubblicato uno studio sulla rivista Icarus in cui vengono descritti tre diversi scenari per la composizione interna dell'ex pianeta Plutone.
Secondo la ricerca, le possibilità sarebbero:
1. una miscela indifferenziata di roccia e ghiaccio
2. una miscela di roccia e ghiaccio differenziata
3. un oceano ricoperto di ghiaccio
Un team di astronomi potrebbe aver individuato la prima esoluna rocciosa in orbita intorno ad un pianeta alieno, un gigante gassoso tipo Giove.
La scoperta però non è stata confermata e probabilmente non lo sarà mai dato che risale ad un incontro casuale ed unico di oggetti della nostra Galassia osservato nel 2011.
A pochi giorni di distanza dall'annuncio della scoperta di un nuovo pianeta nano ai confini del Sistema Solare, chiamato 2012 VP113 o più affettuosamente "Biden", lo stesso gruppo di astronomi avrebbe avvistato altri due potenziali oggetti 2013 FY27 e 2013 FZ27.
Entrambi sono membri della fascia di Kuiper, un raggruppamento di corpi relativamente piccoli oltre l'orbita di Nettuno, dove si trova anche Plutone.
Sembra curioso ma, mentre siamo piuttosto sicuri sull'età del nostro Sistema Solare, ossia 4 miliardi e 568 milioni di anni con una accuratezza di 2,080 milioni di anni, ancora dibattiamo sull'età esatta della Terra e soprattutto della Luna.
Ora, un team di ricercatori francesi, tedeschi ed americani hanno cercato di migliorare le stime precedenti con un metodo diverso, simulando le fasi di evoluzione dei pianeti rocciosi (Mercurio, Venere, Terra e Marte) da un disco protoplanetario in orbita intorno al Sole.
In queste ultime ore, sembrano arrivare grandi notizie dalle regioni più lontane del nostro Sistema Solare!
Gli scienziati hanno scoperto il primo oggetto non planetario ad avere un proprio sistema di anelli.
La roccia spaziale, Chariklo, un asteroide in orbita intorno al Sole, tra Saturno ed Urano, sfoggia a sorpresa una coppia di anelli, probabilmente un insieme di detriti rimasti in orbita intorno all'asteroide a seguito di una collisione.
Il Sistema Solare allarga famiglia!
Analizzando i dati ottenuti da osservazioni terrestri, gli astronomi hanno annunciato oggi la scoperta di un nuovo oggetto oltre l'orbita di Plutone, ai confini del nostro Sistema Solare.
Chiamato 2012 VP113, con un diametro di 450 chilometri, è forse un pianeta nano, ossia un corpo in orbita intorno al Sole, con una massa sufficiente affinché la sua stessa gravità riesca a conferire una forma sferica.
Una nuova cometa, appena scoperta, si sta avventurando attraverso il Sistema Solare interno e raggiungerà il perielio il 29 giugno 2014, passando a circa 9 milioni di chilometri dal Sole.
Il nuovo visitatore è stato scoperto il 13 marzo da Cristovao Jacques, da cui la cometa prende il nome, e dal team SONEAR (Southern Observatory for Near Earth Asteroids Research), vicino Oliveira, Brasile.
Gli scienziati hanno individuato una nuova struttura persistente in una delle due ciambelle di radiazioni che circondano la Terra, chiamate fasce di Van Allen.
La scoperta arriva dalle due omonime sonde gemelle della NASA, le Van Allen, che hanno dimostrato che gli elettroni ad alta energia, nella fascia di radiazione interna, seguono un modello zebrato.
E' periodo di grandi mosaici!
Se siete rimasti colpiti dal fantastico LROC Northern Polar Mosaic (LNPM) del Polo Nord della Luna, impossibile non apprezzare questa fantastica composizione a 360 gradi della Via Lattea, presentata ieri, in occasione della conferenza TEDActive 2014, a Vancouver, Canada.
Il mosaico, realizzato dalla NASA assemblando per la prima volta le immagini della nostra Galassia ottenute con il telescopio spaziale Spitzer, è a 20 gigapixel ed utilizza la piattaforma di visualizzazione Microsoft WorldWide Telescope.