Un gruppo internazionale di astronomi ha calcolato che 70.000 anni fa, una debole stella recentemente scoperta deve aver sfiorato il nostro Sistema Solare, passando all'interno della Nube di Oort.
Una nuova simulazione dimostra che, molto tempo fa, un corpo delle dimensioni della Luna deve aver colpito il polo sud di Marte generano le notevoli differenze tra i due emisferi che osserviamo oggi.
Usando i dati del telescopio della NASA Kepler, un gruppo internazionale di astronomi ha scoperto il più antico sistema planetario conosciuto nella Galassia, formato da cinque più piccoli pianeti, di dimensioni variabili tra quelle di Mercurio e Venere e probabilmente rocciosi.
Orbitano intorno alla stella Kepler-444, simile al nostro Sole, a 117 anni luce dalla Terra, nata 11,2 miliardi di anni fa.
Solo qualche giorno fa erano stati annunciati otto nuovi pianeti extrasolari nella zona "Goldilocks" ed ora il telescopio spaziale della NASA Kepler ha identificato altri tre nuovi mondi quasi delle dimensioni della Terra, in orbita nella zona abitabile della loro stella, una nana rossa a circa 150 anni luce dalla Terra.
L'idea che possano esistere altri pianeti ancora sconosciuti nel nostro Sistema Solare, oltre l'orbita di Plutone, assilla ormai da quasi un secolo l'animo degli scienziati. Eppure tutte le spiegazioni fornite finora, sembrano non convincere del tutto e puntualmente, almeno una volta all'anno, si torna sull'argomento. Alcuni sono propensi nel pensare che potrebbero esistere almeno due corpi ancora non identificati, la cui influenza gravitazionale determinerebbe le strane orbite e la curiosa distribuzione degli oggetti oltre Nettuno.
Nel corso di una conferenza stampa in occasione del 225° meeting dell'American Astronomical Society, un gruppo di astronomi dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) ha annunciato oggi di aver trovato otto nuovi pianeti extrasolari nella zona "Goldilocks" della loro stella, in orbita ad una distanza tale per cui può esistere acqua allo stato liquido sulla loro superficie.
Le aurore sono una delle manifestazioni visibili degli effetti del Sole sulla Terra. Nonostante siano fenomeni tipici delle alte latitudini, sono note in tutto il mondo per l'incredibile spettacolo che offrono.
Sono tipiche dei poli e delle alte latitudini del nostro pianeta ma sono state osservate anche su altri pianeti del nostro Sistema Solare e probabilmente caratterizzano anche altri mondi lontani.
Una insolita iniziativa è stata lanciata per incrementare di 100 volte il tasso di scoperta degli asteroidi potenzialmente pericolosi. Ma a che punto è realmente la caccia di questi corpi?
Grazie al telescopio spaziale Hubble della NASA, gli astronomi hanno completato la più grande e sensibile indagine nel visibile dei polverosi dischi di detriti intorno ad altre stelle, creati dalla collisione di oggetti dopo le fasi di formazione planetaria.
Questi dischi di polvere sono stati osservati sia intorno a giovani stelle di 10 milioni di anni che in stelle di 1 miliardo di anni ed oltre.
Un piccolo oggetto ci ha appena sfiorati e un altro, appena scoperto, passerà ancora più vicino tra pochi giorni...