Il celebre residuo di supernova "Cygnus Loop", di cui la nebulosa "Vela" costituisce la porzione orientale più vistosa, in una visione grandangolare senza stelle di campo.
La chimica forense indica che la pietra chiamata Ipazia, proveniente dal deserto egiziano, potrebbe essere la prima prova tangibile trovata sulla Terra di un'esplosione di una supernova di tipo Ia, uno degli eventi più energetici dell'universo.
Si tratta di una supernova ad "onda d'urto inversa" in cui, parte dell'onda, si sta restringendo anziché espandersi
"Questa è una svolta nella nostra comprensione di ciò che fanno le stelle massicce pochi istanti prima di morire", ha affermato Wynn Jacobson-Galán, ricercatore della National Science Foundation presso l'Università della California a Berkeley
Utilizzando un fascio accelerato di ioni radioattivi un team guidato dal fisico Gavin Lotay dell'Università del Surrey nel Regno Unito ha osservato il processo di cattura dei protoni che si pensa avvenga nelle supernove con collasso del nucleo.
Gli astronomi hanno scoperto i detriti di una colossale esplosione cosmica in una galassia lontana centinaia di milioni di anni luce che raccontano la storia di incredibili eventi cosmici.
Gli astronomi hanno individuato una nana bianca che sta finendo di consumare la sua compagna. Il raro avvistamento indica che due stelle stanno spiraleggiando una verso l'altra verso un inevitabile destino.
Lo studio, condotto dalla Dr. Meridith Joyce dell'Australian National University (ANU), suggerisce che Betelgeuse sia più piccola e più vicina alla Terra di quanto si pensasse e che potrebbero trascorrere ancora 100.000 anni prima di vederla esplodere in supernova.
Una affascinante vista della porzione occidentale del residuo di supernova del Cigno, fotografato da Hubble.
La polvere radioattiva rinvenuta sui fondali oceanici suggerisce che la Terra si sta muovendo attraverso un'enorme nuvola lasciata da una stella esplosa (o forse due!).