Grazie allo spettrografo ESPRESSO (Echelle SPectrograph for Rocky Exoplanet and Stable Spectroscopic Observations) installato al Very Large Telescope dell’ESO, sulle Ande cilene, è stato possibile confermare e determinare con maggior precisione la massa di Proxima b, il pianeta extrasolare "Earth-size" noto più vicino alla Terra.
L'oggetto classificato come Fomalhaut b potrebbe non essere un pianeta extrasolare: fotografato per la prima volta nel 2004, ora sembra essere scomparso.
Tra i dati rilevati e scartati dal telescopio spaziale Kepler, gli scienziati hanno trovato l'esopianeta che tra tutti potrebbe essere più simile alla Terra. Si chiama Kepler-1649c e si trova a 300 anni luce da noi.
Un nuovo studio pubblicato il 2 febbraio sulla rivista The Astrophysical Journal Letters dimostra che potrebbero esistere più di un trilione di esopianeti extragalattici.
Grazie al Telescopio Spaziale Hubble, gli scienziati ritengono che l'acqua possa esistere su alcuni dei pianeti del sistema TRAPPIST-1, uno dei più intriganti scoperti finora.
Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Astrophysical Journal Letters, l'esopianeta che orbita nella fascia abitabile della stella Proxima Centauri, a soli 4,2 anni luce da noi, potrebbe non essere in grado di mantenere un'atmosfera lasciando la superficie esposta alle radiazioni stellari con gravi implicazioni sul potenziale di abitabilità.
Questa sequenza di 60 immagini Kepler (qui visibile come animazione) ritrae la celebre nana rossa Trappist-1, intorno alla quale è stato recentemente scoperto un mini-sistema planetario con 3 pianeti in fascia abitabile.
La notizia della scoperta (erroneamente attribuita da molti alla NASA) di un "mini-sistema solare" con pianeti abitabili attorno alla nana rossa Trappist-1 ha imperversato sui media la settimana scorsa e anche noi ne abbiamo parlato. Ma come è fatto in dettaglio questo sistema planetario e come si sono ricavate queste informazioni?
Un nuovo tipo di coronografo, che blocca la luce della stella principale, è stato installato all'osservatorio Keck ed ha ripreso le sue prime immagini; mostrano, accanto a due diverse stelle, un anello di polvere protoplanetaria e una nana bruna.
L'astronomo Stephen Kane della San Francisco State University, un "cacciatori di pianeti" di livello mondiale, ha concentrato le sue ricerche sul sistema Wolf 1061, conosciuto anche come come Gliese 628, che si trova a soli 14 anni luce dal Sistema Solare.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.