La sonda non è impazzita, semplicemente è andata in avaria anche la terza "Reaction Wheel" sulle 4 installate; questo non ha impedito di osservare Cerere in opposizione e non compromette la missione, che è ormai a poche settimane dalla sua conclusione.
Uno studio rivela il ruolo importante del ghiaccio sub-superficiale nel modellare l'aspetto del pianeta nano. Intanto, dopo gli ultimi aggiustamenti, Dawn ha finalmente raggiunto la sua orbita finale XMO4.
La sonda Dawn è ormai nella fase conclusiva del suo ultimo cambiamento d'orbita. Nel frattempo, un nuovo studio getta luce sull'origine della tenue atmosfera di Cerere, collegandola all'attività solare.
L'area luminosa al centro del grande cratere Occator sul pianeta nano Cerere ha solo 4 milioni di anni, secondo uno studio appena pubblicato sull'Astronomical Journal.
I ricercatori, guidati da Andreas Nathues del Max Planck Institute for Solar System Research (MPS) in Germania, sono giunti a questa conclusione analizzando i dati rilevati dalla Framing Camera (FC) e dallo spettrometro a bordo della sonda della NASA Dawn.
Sono iniziate le complesse manovre che porteranno la sonda nella sua orbita finale attorno a Cerere, allineata con il Sole.
Secondo un nuovo studio appena pubblicato sulla rivista Science, i dati inviati a Terra dalla sonda della NASA Dawn suggeriscono che all'interno di Cerere si può formare materiale organico.
La sonda Dawn, risolto il problema di "safe-mode" di fine Gennaio, si appresta a completare la sua indagine dalla sesta orbita XMO3 ed il team annuncia una nuova fase per i prossimi 5 mesi, la XMO4!
Nuove misure condotte dall'osservatorio stratosferico SOFIA suggeriscono una composizione superficiale e una storia inaspettati per il pianeta nano. Nel frattempo, la sonda Dawn è andata in "safe-mode"!
Un confronto tra la distribuzione di acqua vicino alla superficie dei due asteroidi esplorati dalla sonda Dawn.
Anche se a prima vista sembra un mondo piuttosto grigio, i dati mostrano che la superficie di Cerere è ricca di idrogeno con concentrazioni più elevate alle medio-alte latitudini, coerentemente con grandi distese di ghiaccio d'acqua. Gli scienziati hanno presentato i risultati all'American Geophysical Union.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.