L'analisi degli isotopi nei campioni di sedimenti prelevati da Curiosisty in una mezza dozzina di luoghi su Marte, inclusa una scogliera esposta, fa discutere i ricercatori sulla possibile origine del carbonio marziano
Ricorda un fantascientifico tuffo nell'iperspazio ma è in realtà una nube di polvere emessa dalla stella CW Leonis, una gigante rossa ricca di questo elemento chimico
Fin da quando la sonda della NASA MESSENGER è entrata in orbita attorno a Mercurio nel 2011, caratteristiche "macchie scure" sulla superficie del pianeta hanno incuriosito gli scienziati. Ora, grazie ai dati spettrali ad alta risoluzione acquisiti durante la missione, un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience dimostra che quell'agente "oscurante" è una forma di carbonio chiamata grafite.
Oramai gli scienziati sembrano concordi nel ritenere che Marte deve aver avuto una spessa atmosfera in passato, favorevole per un clima caldo e umido. Tuttavia, la sola teoria della perdita atmosferica non sembra sufficiente a far quadrare i conti sul carbonio.
La superficie di Mercurio, scura e poco riflettente, è stata a lungo un mistero per gli scienziati ma, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, sarebbe il risultato di un'incipriata costante di carbonio, proveniente da micro impatti meteorici.