Gli scienziati stanno continuando ad analizzare i campioni di roccia riportati sulla Terra il 16 dicembre 2019 dalla missione cinese Chang'e 5 e gli ultimi risultati indicano nuovi tipi di geologia provenienti da regioni della Luna che devono ancora essere scoperte ed esplorate.
Tra i 1.731 chilogrammi di materiale, raccolto intorno a Mons Rümker, nella parte settentrionale della regione lunare dell'Oceanus Procellarum, sono stati identificati sette diversi tipi di roccia. Uno di essi è una roccia ignea esotica associata a materiale espulso da impatti tremendi, formatasi in un momento in cui la Luna era ancora geologicamente attiva. Questi sono anche i campioni lunari pù recenti prelevati dal nostro satellite, datati 1,97 miliardi di anni fa.
I sette tipi di roccia elencati nei nuovo studio sono tutti considerati "esotici", cioè si ritiene che si siano formati altrove a abbiano raggiunto il sito di raccolta in qualche altro modo, per esempio a seguito di eventi esplosivi.
"In un'unità geologica così giovane, un'ampia gamma di componenti crostali provenienti da varie fonti verrebbe trasportata al sito di atterraggio di Chang'e-5 dagli ultimi processi superficiali in corso sulla Luna", scrivono i ricercatori nel loro articolo.
Granelli speciali
I ricercatori hanno setacciato circa 3.000 particelle di dimensioni inferiori a 2 millimetri per cercare prove di crateri da impatto passati e attività vulcanica. Tre clasti mostravano insolite caratteristiche petrologiche e compositive, afferma il team. Uno di essi è un frammento vitrofirico con una mineralogia mai vista prima sulla Luna. É ad alto contenuto di titanio ed è composto da grandi cristalli, noti come fenocristalli, incorporati in una massa vetrosa che si forma qui sulla Terra attraverso l'attività vulcanica. Nei campioni di regolite lunare è presente anche un'olivina-pirossenite, una roccia ignea altamente "scioccata" chiamata anortosite magnesiaca e una perla di vetro piroclastico. Questi materiali sono associati a violente eruzioni e impatti cosmici.
Secondo gli autori dello studio, tali particelle di roccia potrebbero essere associate a siti distanti dai 50 ai 400 chilometri dal luogo del ritrovamento, esplose dalla superficie a seguito di una serie di impatti di asteroidi nel corso dei millenni. Di sicuro provengono da zone che ancora non conosciamo in termini geologici: potrebbero esserci state anche eruzioni vulcaniche di cui non siamo ancora a conoscenza. In particolare, il frammento ad alto contenuto di titanio ha una mineralogia unica per i basalti lunari, il che significa che probabilmente rappresenta una forma precedentemente sconosciuta di roccia ignea. Il clasto di anortosite magnesiaca è un tipo di roccia che non è presente nei campioni riportati sulla Terra dalle missioni Apollo della NASA tra il 1969 e il 1972. E, la sua presenza nella collezione Chang'e 5 potrebbe suggerire che l'anortosite magnesiaca sia un componente importante della crosta lunare sul lato della Luna rivolto verso la Terra. La perla di vetro piroclastico è forse il più interessante dei campioni appena analizzati. La sua presenza implica un'eruzione vulcanica sulla Luna compositivamente diversa dalle solite eruzioni vulcaniche lunari che erano comuni sul nostro satellite tra 4,2 e 3 miliardi di anni fa, hanno detto i ricercatori.
Esotici ma non troppo
Solo lo 0,2% circa del materiale nei campioni è stato classificato come estraneo al luogo di raccolta, contro il 10-20% previsto dagli scienziati. Ciò suggerisce che gli scienziati potrebbero dover ripensare il modo in cui i corpi espulsi dell'impatto viaggiano sulla superficie lunare, almeno in questa nuova regione.