Scritto: Venerdì, 22 Luglio 2022 04:40 Ultima modifica: Venerdì, 22 Luglio 2022 09:59

La Cina alla ricerca della Terra 2.0


Un team guidato da Jian Ge dell'Osservatorio astronomico di Shanghai ha suggerito la più ambiziosa missione scientifica spaziale per cercare il Sacro Graal degli esopianeti, una nuova Terra.

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La Cina alla ricerca della Terra 2.0
Crediti: Alexander Gerst/ESA/NASA

Molto probabilmente un pianeta come il nostro da qualche parte c'è, ma finora nessun telescopio spaziale è stato in grado di trovarlo. L'osservatorio Kepler ha trascorso nove anni scrutando oltre 150.000 stelle e, sebbene abbia rilevato quasi 3.000 nuovi esopianeti, nessuno ha mai pienamente soddisfatto i requisiti. La sfortuna potrebbe aver giocato un ruolo nella faccenda ma gli autori del nuovo articolo hanno calcolato che, statisticamente, Kepler avrebbe dovuto trovare almeno un pianeta delle dimensioni della Terra in una zona abitabile. Ma la cosa più impressionante è che, secondo i calcoli, il loro nuovo osservatorio ne troverà 17.

Il progetto si chiama Earth 2.0 Telescope (o ET in breve) e farà del suo meglio per catturare quanti più pianeti possibile dal suo punto strategico di osservazione Lagrange 2 (L2), diventando così un vicino del James Webb Space Telescope (JWST).


Perché ancora non abbiamo rilevato una vera Terra 2.0?

Uno dei motivi potrebbe essere il periodo orbitale più lungo, una caratteristica che potrebbe avere anche un analogo della Terra.
Il telescopio Kepler, purtroppo, ebbe un guasto meccanico a due giroscopi relativamente all'inizio della sua vita operativa, che limitò molto le osservazioni a lungo termine.

ET avrà un vantaggio significativo in L2, scansionando 500 gradi quadrati sul totale di 41.000 gradi quadrati del cielo notturno, per quattro anni. Può sembrare una piccola percentuale ma è significativamente migliore del campo visivo di 115 gradi quadrati di Kepler. Osserverà anche la stessa porzione di cielo del vecchio telescopio, confermando così i risultati del predecessore.

Una questione di statistica

Secondo il dottor Ge Jian, l'autore principale del white paper, la ricerca della Terra 2.0 è tutta una questione di statistiche. Più stelle una missione può osservare e più a lungo riesce a osservarle, più è probabile che trovi il primo analogo terrestre. A tal fine, Ge si aspetta che ET scopra oltre 30.000 nuovi esopianeti, di cui 5.000 rocciosi delle dimensioni della Terra, Di questi 17 sarebbero gemelli della Terra.

kepler vs et

Il numero di esopianeti trovati da Kepler e quello che potenzialmente potrebbe scoprire ET.
Crediti: Ge et al

 

L'osservatorio ET

L'osservatorio sarebbe composto da sei telescopi identici e separati i quali utilizzerebbero per la prima volta nello spazio un tipo avanzato di rivelatore CMOS.
Ogni telescopio avrà quattro rivelatori CMOS 9K x 9K e catturerà la luce dalla stessa regione dello spazio, con un rumore di fondo molto basso su cui lavorare durante l'identificazione degli esopianeti. L'analisi si baserà sul metodo del transito, che è lo stesso utilizzato finora per rilevare oltre il 75% di tutti gli esopianeti.

ET avrà poi un settimo telescopio dedicato a un altro sfuggente target astronomico: i cosiddetti pianeti canaglia.
Invece della fotometria, che non funzionerebbe con questi mondi solitari perché non orbitano attorno ad alcuna una stella, questo settimo telescopio utilizzerebbe una forma estremamente precisa di microlente, un'altra tecnica comune nella caccia agli esopianeti. In questo caso, il mondo canaglia distorcerebbe la luce proveniente da una stella lontana e ET dovrebbe essere in grado di rilevare quel piccolo cambiamento.

Ovviamente, il lavoro di ET andrebbe confermato con l'ausilio di altri telescopi terrestri.

Anche se può sembrare un progetto ambizioso, sembra che i cinesi vogliano lanciarlo entro il 2026.

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Letto: 1357 volta/e Ultima modifica Venerdì, 22 Luglio 2022 09:59

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Elisabetta Bonora

Nella vita lavorativa mi occupo di web, marketing e comunicazione, digital marketing. Nel tempo libero sono un'incontenibile space enthusiast e mamma di Sofia Vega.
Mi occupo di divulgazione scientifica, attraverso questo web, collaborazioni con riviste del settore e l'image processing delle foto provenienti dalle missioni robotiche. Appassionata di astronomia, spazio, fisica e tecnologia, affascinata fin da bambina dal passato e dal futuro. Nel 2019 è uscito il mio primo libro "Con la Cassini-Huygens nel sistema di Saturno" (segui su LinkedIn le mie attività professionali).
Amo le missioni robotiche inviate nel nostro Sistema Solare "per esplorare nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita, per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima!" ...Ovviamente, è chiaro, sono una fan di Star Trek!

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