Venere appare ricoperto da uno spesso strato uniforme di nuvole, difficili da penetrare anche per gli occhi elettronici delle sonde, nelle lunghezze d'onda del visibile. Ma la sonda dell'Agenzia Spaziale Europea ESA, Venus Express, ha potuto guardare con radar ed infrarossi, rilevando dinamiche molto più sofisticate: treni d'onda in piccola scala, soprattutto alle alte latitudini settentrionali, in particolare sopra Ishtar Terra, una regione che vanta le montagne più alte del pianeta.
Marte sarebbe stato in grado di sostenere la vita microbica per centinaia di milioni di anni.
I nuovi risultati sui campioni di roccia analizzati dal Mars Exploration Rover Opportunity confermano che il Pianeta Rosso aveva un clima umido e mite durante il suo passato più antico.
La scoperta viene pubblicata mentre l'instancabile rover sta festeggiando il suo decimo anno terrestre sul Pianeta Rosso.
Dopo decenni di osservazioni, di certo Marte non può più essere definito un pianeta morto.
Tempeste e diavoli di polvere, dune in movimento, frane, fratture, nuvole e precipitazioni rendono la superficie estremamente dinamica e mutevole con il trascorrere delle stagioni.
Ora, gli scienziati sospettano che un'attività altrettanto ricca possa essere presente anche nel sottosuolo.
Sono chiamate nubi nottilucenti (NCL), hanno un colore bianco - blu elettrico e si formano quando le molecole d'acqua congelano intorno alla polvere delle meteore ad una quota di 80 / 85 chilometri sopra la superficie terrestre, talmente in alto da poter riflettere ancora la luce del Sole dopo il tramonto.
Il loro componente fondametale è quindi materiale proveniente dallo spazio profondo che, potremmo dire, trasforma il nostro pianeta in un mondo un po' più alieno.
Per la prima volta, gli astronomi hanno trovato la chiara firma della presenza di acqua nelle atmosfere nebbiose di cinque pianeti extrasolari, utilizzando il telescopio spaziale Hubble.
Tutti e cinque sono già noti ed appartengono ai cosiddetti 'gioviani caldi', mondi enormi ed inospitali per la vita come la conosciamo.
Ieri sera, dopo diverse orbite intorno alla Terra, la sonda indiana Mars Orbiter Mission (MOM) ha intrapreso con successo il suo viaggio interplanetario verso Marte.
Durante la manovra, chiamata Mars Transfer Trajectory, il razzo ha bruciato per circa 22 minuti, incrementando la velocità della sonda di 648 metri al secondo.
La sonda Lunar Atmosphere and Dust Environment Explorer (LADEE) è pronta per raccogliere dati scientifici sulla Luna.
Lanciata con successo sabato 7 settembre alle 3:27 UTC, con il razzo vettore Minotaur V dell'Orbital Sciences Corp, ha lo scopo studiare l'atmosfera del nostro satellite, la polvere di regolite in sospensione e verificare la sua iterazione con le particelle cariche provenienti dal Sole.
Questa sera è iniziata la nuova missione della NASA dedicata a Marte: la sonda MAVEN (Mars Atmosphere and Volatile EvolutioN) è partita alla volta del Pianeta Rosso con un lancio perfetto dallo Space Launch Complex 41 della Cape Canaveral Air Force Station.
Il satellite dell'ESA GOCE ha terminato definitivamente la sua attività questa notte, ricadendo sul pianeta che ha studiato per quattro anni (ne abbiamo seguito il rientro passo per passo "ESA GOCE: POCHE ORE AL RIENTRO").
In base a quanto riportato dall'Agenzia Spaziale Europea, GOCE è rientrato nell'atmosfera terrestre alle 00:00 UTC di lunedì 11 novembre, mentre era in volo sulla traiettoria della Siberia, dell'Oceano Pacifico occidentale, dell'Oceano Indiano orientale e dell'Antartide.
Il satellite dell'ESA GOCE (Gravity Field and Steady State Ocean Circulation Explorer) è ormai in caduta nella nostra atmosfera: gran parte della massa si disintegrerà al rientro ma circa il 25%, ossia 250 chilogrammi, potrebbe raggiungere la superficie distribuendosi in 40 - 50 frammenti.