Costruito dai team dell'ESA (Agenzia spaziale europea) e dalla società aerospaziale Airbus, il modulo di servizio europeo (ESM) per la navicella spaziale Orion della NASA è arrivato al Kennedy Space Center della NASA in Florida giovedì 14 ottobre, a bordo di un aereo russo Antonov An-124. Questo modulo di servizio sarà utilizzato per Artemis II, il primo volo con equipaggio del programma Artemis a bordo di Orion. L'assemblaggio del modulo di servizio è stato completato presso lo stabilimento Airbus di Brema, in Germania, e il modulo ha viaggiato per mezzo mondo nel suo viaggio verso il Kennedy. Il modulo di servizio è la centrale elettrica che alimenterà e spingerà Orion nello spazio. Ospita la propulsione della navicella, il controllo termico, l'energia elettrica e i sistemi critici di supporto vitale come acqua, ossigeno e azoto. Il modulo di servizio è stato poi trasferito dal Launch and Landing Facility al Neil A. Armstrong Operations and Checkout Facility del Kennedy, dove i team della NASA e di Lockheed Martin lo integreranno con l'adattatore ed il modulo dell'equipaggio, che si trovano già alloggiati nella struttura.
Nell'immagine i componenti principali della capsula Orion della NASA. Crediti: NASA/Elaborazione Massimo Martini
L'ESM-1, il primo modulo di servizio europeo è stato a lungo accoppiato con il modulo dell'equipaggio per formare il primo veicolo spaziale Orion pronto per il lancio sulla Luna. Questo sarà presto integrato sul razzo Space Launch System nei suoi ultimi preparativi per Artemis I, durante i quali sarà messo alla prova quando alimenterà il volo inaugurale senza equipaggio della navicella spaziale Orion su un'orbita che si spingerà fino a 64.000 km dietro la Luna e ritorno. L'ESA dovrà consegnare fino a sei moduli alla NASA, con altri tre attualmente in fase di negoziazione. Queste missioni Artemis consentiranno l'assemblaggio e il servizio del Gateway lunare. Airbus è il primo appaltatore dell'ESA per la costruzione dei primi sei moduli di servizio. Il terzo modulo di servizio europeo è all'inizio della sua fase di integrazione in cui verranno aggiunti alla struttura attrezzature, staffe e cablaggio. Artemis II sarà la prima missione con equipaggio verso la Luna dalla missione Apollo 17 nel 1972. Mentre ESM-2 sarà sottoposto a test approfonditi prima dell'integrazione con il lanciatore, è appena giunta al Kennedy, proveniente dal Michoud Assembly Facility (MAF) in Alabama, anche la struttura principale per Orion di Artemis III.
Nella foto il pressure vessel di Orion III in preparazione per la partenza verso il Kennedy Space Center, in Florida. Crediti: NASA
Con la missione Artemis III, la NASA farà sbarcare la prima donna e la prima persona di colore sulla superficie lunare. Artemis II sarà invece il primo test di volo con equipaggio dello Space Launch System della NASA e della capsula Orion, aprendo la strada all'esplorazione umana verso la Luna e Marte. Intanto la NASA prevede di integrare Orion per Artemis I sul lanciatore SLS entro la prossima settimana. Il primo rollout del sistema verso la rampa 39B è quindi vicino anche se, nelle scorse settimane, è stata più volte ventilata l'ipotesi che la missione non potrà prendere il via prima degli inizi del prossimo anno.
Intanto I tecnici hanno caricato l'ultimo dei 10 CubeSat nell'adattatore per Orion alto 1,5 metri del razzo Space Launch System (SLS) al Kennedy Space Center della NASA in Florida. Dopo che la navicella spaziale Orion si sarà separata dal razzo SLS per una precisa traiettoria verso la Luna, i carichi utili delle dimensioni di una scatola da scarpe verranno rilasciati dall'adattatore dello stadio Orion per condurre le proprie missioni scientifiche e tecnologiche. L'obiettivo principale di SLS per la missione Artemis I è inviare con successo la navicella spaziale Orion senza equipaggio in orbita lunare dove può testare tutti i sistemi critici del veicolo spaziale e quindi tornare sulla Terra testando lo scudo termico della navicella spaziale a velocità di rientro lunare. L'adattatore per Orion collega il razzo a Orion e contiene spazio all'interno dell'adattatore per fornire una rara opportunità di inviare i CubeSat nello spazio profondo utilizzando una capacità di sollevamento extra durante la missione senza equipaggio.
Nella foto l'adattatore di Orion con i CubeSat installati al suo interno presso il Kennedy Space Center, in Florida. Crediti: NASA
I CubeSats studieranno tutto, dalla Luna agli asteroidi fino all'ambiente delle radiazioni dello spazio profondo. Ogni CubeSat fornisce la propria propulsione e navigazione per raggiungere varie destinazioni nello spazio profondo. Nove dei dieci CubeSat sono stati caricati nell'adattatore all'inizio di questa estate. L'ultimo CubeSat ad essere collocato a bordo è stato BioSentinel, l'unico CubeSat di questo gruppo di payload satellitari che contiene un microrganismo vivente, e che è stato refrigerato fino al caricamento per preservare il suo contenuto biologico il più a lungo possibile per la missione. L'obiettivo principale di BioSentinel è rilevare e misurare l'effetto delle radiazioni spaziali sugli organismi viventi - in questo caso, il lievito - per lunghi periodi oltre l'orbita bassa terrestre. Un esperimento simile è in corso sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) in modo che i team di ricerca possano confrontare gli effetti delle radiazioni sperimentati sulla stazione a circa 400 km sopra la Terra con quelli incontrati nello spazio profondo vicino alla Luna, a più di 400.000 km. di distanza.