Il prossimo 13 giugno uscirà l'atteso terzo catalogo astrometrico completo realizzato con il telescopio spaziale europeo GAIA
I dati hanno mostrato che una parte della Via Lattea nota come "disco spesso" iniziò a formarsi 13 miliardi di anni fa, circa 2 miliardi di anni prima del previsto e solo 0,8 miliardi di anni dopo il Big Bang.
La sonda dell'ESA Gaia ha fotografato il telescopio James Webb della NASA il 18 febbraio scorso. Entrambi si trovano in orbite diverse attorno al punto di Lagrange L2, a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra nella direzione opposta al Sole.
HD81040 è una stella dotata di un "super-Giove" che Gaia è stata in grado di rilevare, attraverso la lieve oscillazione indotta dalla gravità sulla stella.
Grazie ai dati raccolti dal satellite europeo Gaia, un team internazionale di astronomi, guidato dal ricercatore Chervin Laporte dell'Istituto di Scienze del Cosmo dell'Università di Barcellona (ICCUB-IEEC), ha creato una nuova mappa del disco esterno della Via Lattea.
Gaia16aye è un eccezionale evento di "microlensing" gravitazionale da stella doppia, rilevato da Gaia nel 2016.
I dati della missione Gaia dell'ESA stanno riscrivendo la storia della nostra Galassia, la Via Lattea. Quelle che tradizionalmente erano state classificate come galassie satellite compagne di vecchia data, ora sono state riclassificate come nuove arrivate.
Trapelano indiscrezioni sul nuovo catalogo che uscirà nella prossima primavera; vediamo cosa ci aspetta, con uno sguardo anche ai cataloghi successivi.
Gli scienziati della Cornell University e dell'American Museum of Natural History hanno identificato 2.034 sistemi stellari vicini, entro la piccola distanza cosmica di 326 anni luce, dai quali la Terra potrebbe essere vista guardando semplicemente il nostro pallido punto blu passare davanti al Sole.
Grazie alle misure di Gaia e ad un algoritmo di apprendimento automatico, gli astronomi hanno scoperto 12 nuovi "miraggi gravitazionali", in cui la luce di un quasar è deviata dalle galassie in primo piano formando quattro immagini distinte e simmetriche. Queste "croci di Einstein", il cui numero viene così incrementato del 24%, sono strumenti rari e unici per indagare sulla materia oscura e per misurare il tasso di espansione dell'Universo.