L'ipotesi è ardita ma spiegherebbe perchè non riusciamo a vedere le ipotetiche particelle WIMPs, aprendo però molti altri interrogativi. Intanto le nuove curve di luce suggeriscono un periodo di rotazione di otto ore...
L'intruso interstellare che ci ha fatto visita nelle settimane scorse ha ora un nome ufficiale e forse un luogo d'origine. Di sicuro, si tratta di una scoperta fondamentale che sconvolge le nostre conoscenze.
Questo è lo spettro del "visitatore" A/2017 U1, un enigmatico oggetto di circa 400m che, tra Settembre e Ottobre, ci ha fatto visita dalle profondità dello spazio interstellare.
Questa immagine è stata ripresa dalla wide angle camera del sistema di imaging OSIRIS a bordo della sonda dell'ESA Rosetta, il 3 luglio 2016. Un evidente pennacchio getta ombra su un bacino nella regione Imhotep.
Pochi giorni fa, un oggetto molto veloce e con una traiettoria insolita è penetrato nel sistema solare interno per poi allontanarsi definitivamente. Cometa o asteroide, non apparteneva al nostro sistema solare.
Ad un anno esatto dalla fine della missione, si scopre che l'ultima immagine inviata dalla sonda dell'ESA Rosetta prima di impattare sulla cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko, in realtà, non era veramente l'ultima: gli scienziati ne hanno trovata un'altra nascosta nell'ultima telemetria ricevuta.
Una collezione di 210 immagini della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko, scattate da Rosetta tra luglio 2014 e Settembre 2016.
Nella vita e nell'astronomia non tutto può essere catalogato: alcune cose escono dagli schemi e dalle definizioni che abbiamo costruito per descrivere oggetti, eventi, fenomeni, ecc. E' questo lo strano caso dell'asteroide 2006 VW139 registrato anche come cometa 288P/(300163)!
Il celebre segnale "WOW", rivelato nel lontano 1977 e da alcuni attribuito agli alieni, era probabilmente dovuto all'emissione radio di una cometa che transitava in quella zona di cielo.
Come ricorderete, Rosetta ha terminato la sua missione il 30 settembre 2016, impattando sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko ma i suoi strumenti hanno lavorato fino alla fine.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.