La tanto attesa conferenza stampa di oggi ha rivelato la prima immagine "risolta" del buco nero supermassiccio SgrA*, un mostro da 4 milioni di masse solari a 27000 anni luce da noi. Si tratta di un risultato storico, a cui l'Europa ha dato un contributo preponderante.
Tra una settimana verrà fatto un annuncio importante dalla collaborazione EHT, presumibilmente le prime immagini del buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia!
Spiegato il meccanismo attraverso il quale l'energia di un buco nero rotante si traduce in un lampo di raggi gamma e in una sorgente di raggi cosmici ultra-energetici
Nel 2020 un team dell'ESO (European Southern Observatory) segnalò un buco nero nel sistema HR 6819, a soli 1000 anni luce dalla Terra. Ma i loro risultati sono stati rivisti da altri gruppi di ricercatori.
Secondo un team di ricercatori, un evento di microlensing osservato nel 2011 è stato causato da un buco nero fluttuante che vagava nello spazio interstellare, il primo nel suo genere osservato finora.
L'Universo ha molti modi per forgiare elementi pesanti ma alcuni, tra cui l'oro, l'argento, il torio e l'uranio, richiedono un grande impiego di energia, come un'esplosione di una supernova o la collisione tra stelle di neutroni. Tuttavia, un nuovo documento mostra che questi elementi potrebbero formarsi anche nel caos vorticoso che circonda un buco nero appena nato, mentre ingoia polvere e gas dallo spazio circostante.
Osservando il comportamento di una stella all'interno dell'ammasso NGC 1850, a circa 160.000 anni luce di distanza dalla Terra, nella Grande Nube di Magellano, gli astronomi hanno scoperto un piccolo buco nero con il VLT (Very Large Telescope) dell'ESO (l'Osservatorio Europeo Australe)
Gli astronomi hanno scoperto i detriti di una colossale esplosione cosmica in una galassia lontana centinaia di milioni di anni luce che raccontano la storia di incredibili eventi cosmici.
Osservando i raggi X emessi dal buco nero supermassiccio al centro di una galassia distante 800 milioni di anni luce dalla Terra, l'astrofisico Dan Wilkins ha notato uno schema intrigante: ulteriori lampi di raggi X più piccoli, successivi e di "colore" diverso rispetto all'emissione principale.
Un team internazionale della collaborazione Event Horizon Telescope (EHT) ha ripreso con dettagli senza precedenti il cuore di una radiogalassia a 11 milioni di anni luce dalla Terra, Centaurus A.