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Opportunity si prepara a festeggiare il nuovo anno e il suo 14° marteversario
Piccolo e tenace, Opportunity ha superato le settimane peggiori del suo ottavo inverno marziano e si appresta a festeggiare il 14° marteversario, ossia la ricorrenza dello sbarco su Marte avvenuta ormai nel lontano 2004. Progettato con il suo gemello Spirit per una missione di soli 90 sol (90 giorni marziani), ha superato ogni aspettativa e continua a regale scorci del Pianeta Rosso e sensazionali scoperte.
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By Elisabetta Bonora Elisabetta Bonora - Categoria principale: Rover
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L'inarrestabile rover della NASA Opportunity sta per festeggiare il 2018 con i suoi compagni terrestri dopo aver segnato un altro importante record nella sua carriera di esploratore robotico, diventando ufficialmente il primo geologo ad essersi avventurato in un canalone marziano.
Dalla scorsa primavera, il rover ha guidato in una gola chiamata Perseverance Valley (o "Valle della Perseveranza"), un solco che taglia il bordo occidentale del grande cratere Endeavour di 22 chilometri di diametro, creando una via di accesso naturale al fondo stesso del bacino.
Percorso integrale di Opportunity, con ingrandimenti sull'ultimo tratto, aggiornato al sol 4934 (10 dicembre 2017)
Crediti: NASA/JPL/Cornell/Univ. of Arizona - processing: K.Kremer, M. Di Lorenzo
La Perseverance Valley
La Perseverance Valley si formò miliardi di anni fa, poco dopo l'impatto che generò il cratere, durante il periodo Noachiano, un'epoca in cui Marte sarebbe stato abbastanza simile alla Terra con laghi, fiumi, acque sotterranee, sorgenti idrotermali, vulcani e forse persino un oceano.
La valle scorre in discesa verso est, sul versante interno del bordo occidentale del cratere Endeavour, per oltre 200 metri, con pendenze considerevoli (fino a circa 17 gradi),.
L'idea iniziale era che fosse stata scavata dall'acqua o comunque da flussi di detriti fangosi, o dal ghiaccio o da una combinazione di vari eventi. Tuttavia, le immagini inviate a Terra dal rover hanno dimostrato che anche i venti devono aver giocato un ruolo significativo.
Oltre ad aver affrontato un arduo percorso, aggravato da tutti gli acciacchi dovuti all'età di Opportunity, il team ha dovuto progettare la missione facendo i conti con le difficili condizioni ambientali del rigido inverno marziano. Con temperature proibitive ed escursioni termiche giornaliere di circa 90 gradi e la scarsa illuminazione, come sempre, la squadra ha dovuto sfoderare tutta la sua grande abilità ed esperienza acquisita in questi anni.
Da quando Opportunity è entrato nella valle, circa sei mesi fa, le fermate scientifiche sono state selezionate in siti rivolti a nord, dove in inverno la luce del Sole è migliore per massimizzare l'energia raccolta dai pannelli solari.
Fino all'inizio di agosto, il rover è rimasto a riposo su un dolce pendio per risolvere qualche incoveniente tecnico e lasciar passare la congiunzione solare che blocca le comunicazioni con la Terra. Dopodiché l'avventura nel canalone marziano è iniziata davvero: usando solo le due ruote posteriori per sterzare, con il freddo pungente e il terreno difficile la sfida era iniziata.
La Bajada nella Perseverance Valley: l'affioramento meridionale è di colore più scuro e bitorzoluto con rocce; l'affioramento settentrionale è più piatto e più chiaro e presenta indizi erosivi distinti probabilmente creati dal vento.
Crediti: NASA / JPL-Caltech / Cornell University / Arizona State University
Uno dei punti più interessanti incontrati è un affioramento piatto chiamato La Bajada, posizionato a circa un terzo della lunghezza della Perseverance Valley.
La Bajada presenta "due diverse unità di roccia nelle immediate vicinanze" separate da un terreno formato da macerie e detriti, "roccia spezzettata, i cui interstizi sono stati riempiti dalla sabbia".
Mentre la porzione meridionale è di colore scuro e dall'aspetto nodoso, l'affioramento settentrionale è più piatto e chiaro. Alcune rocce della zona a nord mostrano intriganti segni di erosione che sembrano puntare verso l'alto. Il team è abbastanza convinto che queste "code" indichino la direzione di un flusso erosivo dovuto al vento, che deve aver lavorato nella zona.
Segni della forza erosiva del vento nella La Bajada nella Perseverance Valley
Crediti: NASA / JPL-Caltech / Cornell University / Arizona State University
Sappiamo che i venti soffiano dal pavimento dell'Endeavour e risalgono i bordi:
"La Perseverance Valley ha miliardi di anni ed è stata sabbiata nel corso del tempo, probabilmente da un vento prevalente che soffia da est, su e giù dal cratere", ha spiegato il ricercatore principale della missione MER Steve Squyres, della Cornell University. "Quindi, questi segni distintivi che stiamo vedendo, crediamo, non siano legati alla scultura originale della vallata ma siano una cosa che è venuta dopo". Qui, il vento ha modificato le rocce in profondità, da pochi centimetri a decine di centimetri.
"La topografia su scala più ampia, tuttavia, non è legata al vento", ha affermato Squyres: "L'erosione del vento non produce canali intrecciati come quello che vediamo qui".
"Quindi crediamo ancora che l'ipotesi originale, cioè un canale intagliato da un fluido, sia quella corretta".
Ombre del tardo pomeriggio nella Perseverance Valley. L'immagine è stata ripresa dalla NavCam di Opportunity l'11 novembre 2017.
Crediti: NASA/JPL-Caltech
Il 20 novembre all'1:44 UTC, Opportunity ha superato il solstizio d'inverno:
"Abbiamo superato il solstizio d'inverno il 20 novembre e i livelli di energia sono migliorati", ha dichiarato il direttore del progetto MER John Callas. "Abbiamo avuto alcuni eventi di pulizia della polvere e quindi ce ne è meno sui pannelli solari: ciò sta aiutando ad aumentare la potenza a disposizione".
Come un carro armato
I primi di giugno il meccanismo che fa sterzare la ruota anteriore sinistra non rispondeva più ai comandi ed era rimasto bloccato, ruotato di 33 gradi verso l'esterno.
Ciascuna ruota del rover ha un proprio motore e attuatore per sterzare: quello della ruota anteriore destra venne perso ad aprile 2005 ma ciò non è stato certo un impedimento e Opportunity ha percorso da allora circa 40 chilometri sulla superficie di Marte. A fine giugno, dopo vari test, il team è riuscito a raddrizzare la ruota in una posizione più favorevole e da allora sta utilizzando solo una delle due ruote posteriori per volta per sterzare, come un carro armato. Per Opportunity, questa è stata solo un'altra cosa a cui adattarsi! La nuova strategia si è rivelata vincente ed è un altro prezioso testamento che il rover e i suoi amici umani lasceranno in eredità alle future missioni.
La guida è stata migliore di quanto si potesse sperare: il terreno si è dimostrato finora favorevole perché abbastanza solido ma allo stesso tempo è stato anche ripido, tanto che il team ha dovuto costantemente monitorare i picchi di corrente causati dallo stress sulle ruote anteriori: "Stiamo cercando di progettare le unità di guida per ridurre al minimo la rotazione e quando dobbiamo girare, proviamo a farlo con piccoli movimenti per evitare che le correnti diventino troppo alte".
Di sicuro, a differenza del team di Curiosity, non è l'asperità del suolo a preoccupare la squadra MER: "Le ruote di Opportunity sono incredibilmente robuste rispetto a quelle di Curiosity", ha commentato Ashley Stroupe del JPL. "La nostra preoccupazione è solo quanto stressare i motori delle ruote e l'impatto che questo potrebbe avere sulla vita dei motori".
Di conseguenza nelle prossime settimane, il rover potrebbe rallentare l'escursione all'interno del canalone: "Stiamo cercando di scendere la valle con passi molto piccoli e misurati", ha detto Squyres. "Dobbiamo tener presente che questo tipo di esplorazione con un rover su Marte è praticamente un viaggio di sola andata".
La scelta
A fine novembre Opportunity ha raggiunto una sorta di biforcazione geologica all'interno della valle ed adesso "c'è una discussione su quale ramo prendere". Ma prima di decidere da quale parte andare, un'altra zona ha catturato l'interesse degli scienziati: un'area pianeggiante che separa le due strade e sembra essere composta da materiale più resistente.
La squadra ora sta raccogliendo immagini per decidere quale sentiero percorrere, nord o sud. Seguite i prossimi aggiornamenti nei "Mission Log" di Marco Di Lorenzo.