Un nuovo studio, guidato dall'Università dell'Iowa, indica che le due sonde sono state testimoni di esplosioni di elettroni nei raggi cosmici, accelerati dalle onde d’urto originate dalle grandi eruzioni solari. Il rilevamento è avvenuto a più di 40 anni dal lancio mentre le Voyager stavano lasciando il Sistema Solare.
Questa è la curiosa ed inattesa forma che dovrebbe avere l'eliosfera solare, secondo un recente modello numerico basato sui dati raccolti da varie sonde spaziali.
Mentre le Voyager proseguono il loro incredibile viaggio, iniziato quarant'anni fa, oltre il Sistema Solare, il telescopio spaziale Hubble mappa la strada che le sonde si troveranno davanti. I dati delle due missioni stanno fornendo indizi su come il Sole viaggia attraverso lo spazio interstellare.
Questa storica versione psichedelica di Saturno risale a 35 anni fa e fu scattata dalla sonda Voyager-2.
Poco fa, intorno alle 7.30 ora italiana, proprio mentre negli Usa si festeggiava il nuovo anno, la veterana sonda Voyager-2 ha raggiunto il fatidico traguardo delle 110 unità astronomiche dal Sole, pari a 16,456 miliardi di km!
Come si ricorderà, Voyager-1 è uscito dal sistema solare (o meglio, ha attraversato l'eliopausa) nell'agosto 2012; anche se qualcuno ha avanzato dei dubbi su questo fatto, ci si aspetta che la sonda gemella Voyager-2, più lenta e non diretta verso l'apice solare, possa a breve subire lo stesso destino.
Era il 25 agosto 1989, quando la sonda della NASA Voyager 2 regalò un primo sguardo al satellite di Nettuno, Tritone, sorvolandolo da una distanza di circa 40 mila chilometri.
Ora, dopo 25 anni, con quei dati restaurati, è stata ottenuta la migliore mappa globale disponibile della luna, opera di Paul Schenk, scienziato del Lunar and Planetary Institute di Houston.
Nel 2012 il team della missione Voyager 1 aveva annunciato che la sonda era ufficialmente diventata il primo veicolo spaziale costruito dall'uomo ad aver raggiunto lo spazio interstellare.
Dopo una serie di notizie contrastanti, infatti, i dati mostravano che la Voyager stava viaggiando, da circa un anno, nel plasma, o gas ionizzato, presente nello spazio interstellare. La sonda si trovava dunque in una sorta di zona di transizione, sempre all'interno del nostro Sistema Solare, ma al di fuori dell'eliosfera, ossia di quella gigantesca bolla dominata dal campo magnetico della nostra stella e dal vento solare.
La sonda della NASA Voyager 1 ancora risente degli effetti del Sole pur navigando nello spazio interstellare.
Nell'autunno 2013, sono state proprio le onde d'urto provenienti dalla nostra stella a convincere gli scienziati che la sonda aveva effettivamente lasciato l'eliosfera per entrare in una nuova frontiera, la regione di spazio tra le stelle riempita da una sorta di zuppa di particelle cariche, nota come plasma.
L'estate dovrebbe essere un periodo di vacanza, almeno per molti, ma di sicuro non lo è per le missioni spaziali che invece vivranno momenti di intesa attività.
E' il caso della sonda della NASA New Horizons che si è appana risvegliata dal letargo, iniziato 5 mesi e 100 milioni di chilometri fa.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.