La location non solo offre una vista panoramica sulla porzione nord orientale del cratere Gale, ma è caratterizzata da una geologia davvero intrigante.
Terminata la salita, Curiosity ha costeggiato il Greenheugh Pediment guardandosi a destra e a sinistra.
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Credits: NASA/JPL-Caltech/Univ. of Arizona - Processing: Marco Di Lorenzo
Il Greenheugh Pediment è un deposito di sassi dalla forma a ventaglio che si estende, in parte, fino a fondo valle.
È ricoperto da un sottile strato di arenaria ma qui il team si aspetta di trovare stratigrafie esposte che contengano le tracce dei drammatici cambiamenti climatici avvenuti nel corso della storia del cratere Gale, come segni di antica attività glaciale. L'affioramento si estende in discesa per quasi 2 chilometri e si erge fino a 70 metri al di sopra della pianura sottostante, nel suo punto più alto. Il fronte alla destra di Curiosity è eroso e frastagliato. Innumerevoli massi si sono staccati e sono rotolati dalla cresta creando un paesaggio surreale, dalle forme e dagli equilibri impossibili tipici di Marte.
Il mosaico qui sotto mostra il passaggio Maria Gordon Notch, quasi al centro; il Greenheugh Pediment si estende verso il fondo del cratere a destra, con la salita dalla quale è arrivato il rover; le colline sulle pendici del Monte Sharp a sinistra. L'immagine originale 360 è disponibile sul nostro album di Flickr.
Crediti: NASA/JPL-Caltech/MSSS - Processing: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / aliveuniverse.today
I dettagli più curiosi arrivano proprio dal campo di rocce rotolate a destra di Maria Gordon Notch, chiamato informalmente "Dutch Village".
L'immagine a dimensione intere è disponibile sul nostro album di Flickr.
Crediti: NASA/JPL-Caltech/MSSS - Processing: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / aliveuniverse.today
Qui il rover ha catturato diversi primi piani di una grande varietà di massi.
In un mosaico del sol 3312 spiccano una strana, apparente, doppia traccia nella sabbia forse causata da un sassolino saltellante o forse creata da una fessurazione nel terreno più duro sottostante e, uno scintillio accecante proprio al margine superiore dell'area ripresa. Impossibile dire di cosa si tratti, forse qualche tipo di sale particolarmente riflettente: d'altra parte non è la prima volta che Curiosity riprende caratteristiche del genere. Ovviamente abbiamo cercato in altre riprese della stessa zona ma il luccichio è stato fotografato solo una volta, ciò nonostante crediamo che sia reale e non si tratti di un artefatto della ripresa.
Curiosity mosaico sol 3312
Crediti: NASA/JPL-Caltech/MSSS - Processing: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / aliveuniverse.today
Dettagli del sol 3312
Crediti: NASA/JPL-Caltech/MSSS - Processing: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / aliveuniverse.today
Come si può notare, la zona è disseminata anche da spettrali rocce sottilissime, erose dal vento
Le rocce sedimentarie sottili possono essere trovate in diversi luoghi su Marte. Queste, in particolare, sembrano essere modellate da una costante sabbiatura causata dalla brezza marziana.
Curiosity sol 3310
Crediti: NASA/JPL-Caltech/MSSS - Processing: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / aliveuniverse.today
Una delle rocce più curiose su cui si è focalizzato il rover, è un masso con un buco dalla forma regolare, delimitato in basso a sinistra da uno strano angolare che ricorda una dentatura.
Cosa riempiva questo vuoto rettangolare è difficile a dirsi ma al suo interno, processando e schiarendo il dettaglio, si notano alcune superficie che ricordano gli anodi di magnesio (o sacrificali), utilizzati nell'impiantistica (per esempio, nei comuni scaldabagni), che si corrodono a causa delle correnti galvaniche. Quindi, potrebbe trattarsi di un minerale alterato da un'azione elettrochimica in presenza di acqua o semplicemente, potrebbe essere sabbia "incollata" alle pareti interne. L'immagine è disponibile a piena risoluzione sul nostro album di Flickr.
Curiosity dettaglio sol 3318
Crediti: NASA/JPL-Caltech/MSSS - Processing: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / aliveuniverse.today
Le grandi pareti rocciose degli affioramenti vicino alla strettoia Maria Gordon Notch sono altrettanto interessanti.
Sono ricche di spaccature e trame di vario tipo. Alcune fessure sono più decise e scolpiscono i grandi blocchi; altre, invece, sono sottili venature e corrono in direzioni diverse ricordando le crepe leggere che possono formarsi in un grande blocco di creta quando l'acqua si asciuga. All'interno delle unità principali scorrono vene bianche (gesso?) che potrebbero essere testimonianze della presenza passata di acqua. Addirittura, il basamento della collina nell'immagine in apertura appare omogeneamente scavato e modellato fino ad una certa altezza, come si vede lungo gli argini dei fiumi sulla Terra (ovviamente, non è detto che su Marte sia opera dell'acqua).
L'immagine a piena risoluzione è sul nostro album di Flicker.
Solo segni di acqua passata?
Ogni tanto si scorge qualcosa di strano fluire tra rocce nel cratere Gale. Un particolare sulla parete rocciosa ha catturato il nostro interesse: un flusso di sabbia scura sembra "sgorgare" tra le pietre e dall'impronta circostante, pare anche che non sia la prima volta che ciò accade. Si tratta solo di un particolare minerale eroso alla sorgente che scivola verso il basso e rende la sabbia più scura o siamo di fronte a una Recurring Slope Lineae?
Curiosity dettaglio sol 3320
Crediti: NASA/JPL-Caltech/MSSS - Processing: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / aliveuniverse.today
Questi discussi flussi, chiamati "linee di pendio ricorrenti" (o RSL), sono striature stagionali che appaiono occasionalmente su alcuni pendii marziani forse dovute all'acqua o ad una soluzione salina che, sotto determinate condizioni atmosferiche, riaffiora in superficie per brevi periodi. Potrebbero quindi rappresentare la rara manifestazione di acqua fluida attualmente presente sulla superficie di Marte.
La presenza di tali fenomeni nel cratere Gale era stata ipotizzata dal team e quando Curiosity ha iniziato ad avvicinarsi alle pendici del Monte Sharp, qualcosa di simile è stato visto in diverse occasioni ma, finora, senza commenti ufficiali.
I prossimi passi
Curiosity è ora parcheggiato a pochi metri di distanza dall'imponente parete occidentale della tacca di Maria Gordon.
La posizione è stata scelta per supportare un esperimento con lo spettrometro DAN (Dynamic Albedo of Neutrons), che ha la capacità di misurare la quantità di idrogeno, un indicatore della presenza di acqua, attorno al rover. Lo strumento è sensibile all'ambiente circostante, sebbene di solito l'unica traccia interessante potrebbe provenire dal terreno sotto le ruote di Curiosity, dove lo strumento può rilevare l'acqua legata a minerali idrati.