Credit: NASA/JPL-Caltech/Univ. of Arizona / Phil Stooke, University of Western Ontario
Prima di tutto, Curiosity ha assaggiato Buckskin durante il sol 1056, lo ha perforato nel sol 1060 ed è ripartito nel sol 1066 ma prima di andare, si è scattato un nuovo selfie a ricordo del lavoro svolto.
Qui sotto due versioni, già pubblicate nella nostra "Immagine del giorno", del mosaico 360° formato da oltre 90 frame.
Curiosity MAHLI sol 1065 selfie
Credit: NASA/JPL-Caltech - Processing: Credit: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / Alive Universe
Curiosity MAHLI sol 1065 selfie
Credit: NASA/JPL-Caltech - Processing: Credit: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / Alive Universe
Questo autoritratto ha qualcosa di divertente: un piccolo sasso sembra aver trovato un passaggio sopra la ruota centrale sul lato destro dell'immagine. In apertura un dettaglio del ponte del rover visto da sotto, disponibile in dimensioni originali sul nostro album di Flickr.
La pietrolina, probabilmente rimasta incastrata nei fori che disegnano il battistrata delle ruote di Curiosity, si deve essere staccata rapidamente dato che nel sol 176 non è più presente.
Curiosity MAHLI sol 1065 wheel det
Credit: NASA/JPL-Caltech - Processing: Credit: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / Alive Universe
Curiosity MAHLI sol 1076 wheels
Credit: NASA/JPL-Caltech - Processing: Credit: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / Alive Universe
Tornando ai fatti seri, invece, bisogna ricordare che Marias Pass è un punto chiave per comprendere la storia del cratere Gale.
Agli scienziati interessa capire il rapporto tra la zona sottostante, quella di Pahrump Hills dove il rover si era scattato il selfie precedente ed aveva perforato Confidence Hills e Mojave2, caratterizzata da una roccia sedimentaria di colore chiaro a grana molto fine e a volte stratificata come un millefoglie e l'Unità Stimson, più resistente all'erosione.
Durante il sol 1031 il MAHLI aveva catturato uno splendido mosaico in cui i due diversi tipi di terreno si incontrano.
Curiosity MAHLI sol 1031 - l'Unità Stimson, la parte scura in alto nell'immagine, è una pietra arenaria piena di piccoli noduli (solo di pochi millimetri), mentre Pahrump Hills, in basso, è caratterizzata da venature di calcio.
Credit: NASA/JPL-Caltech - Processing: Credit: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / Alive Universe
Durante la congiunzione, tra i dati inviati a Terra dal rover, il team aveva scoperto una roccia insolita, ricca di silice, un composto che formano le rocce contenenti silicio e ossigeno e si trova comunemente sulla Terra come quarzo: "alti livelli di silicio potrebbero indicare le condizioni ideali per la conservazione di materiale organico antico", dichiarava il report. Di conseguenza, ho trovato particolarmente interessanti le ultime immagini rilasciate nel catalogo.
Tra il sol 1075 e 1077, il Sample Analysis at Mars (SAM) di Curiosity, la suite di tre strumenti che contiene uno spettrometro di massa, un gascromatografo ed uno spettrometro laser, è stato impegnato con l'analisi dei campioni recentemente raccolti. Ma quello che è interessante è l'assidua ripresa dell'Organic Check Material (OCM), cinque cilindri a bordo del rover, finora quasi passati inosservati.
Curiosity MAHLI sol 1076 - Organic Check Material
Credit: NASA/JPL-Caltech - Processing: Credit: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / Alive Universe
I cilindri si trovano sulla parte anteriore del rover, a portata di trapano, sigillati da un foglio spesso circa 6,5 centimetri.
Questi blocchi contengono materiale organico di controllo da utilizzare nel caso in cui il SAM rilevi materiale organico su Marte.
Se venissero rilevate sostanze organiche, infatti, sarebbe necessario prima di tutto confermarne l'origine autoctona. Per far ciò il team deve controllare che il percorso in cui si muove il campione durante le analisi, risulti pulito ed incontaminato.
A tale scopo, l'OCM contiene degli elementi di controllo ceramici porosi conditi con piccole quantità di sostanze organiche fluorurate sintetiche non presenti in natura sulla Terra e quindi, non previste per Marte. Il trapano di Curiosity raccoglie un campione dal cilindro così come fa durante la perforazione e lo consegnerà al SAM che potrebbe quindi rilevare composti organici "clandestini" diversi dai marcatori contenenti fluoro. Se così fosse significherebbe che la strumentazione non ha passato l'esame, le sostanze organiche estranee richiederebbero ulteriori indagini ed i risultati ottenuti potrebbero non essere attendibili.
Una sequenza della NavCam del sol 1076 mostra che il team ha eseguito una calibrazione sull'OCM.
A memoria, direi che questa è la prima volta il cui è stato eseguito un test del genere e forse, lascia presuppore che la squadra si stia preparando ad un prossimo utilizzo effettivo dell'OCM. Se così fosse, potrebbe voler dire che, nell'ultimo campione prelevato da Buckskin, il SAM ha identificato qualcosa di veramente interessante. Tratteniamo il respiro!