Nuovi calcoli sulla fisica dell'atmosfera solare mostrano che il Sole contiene più ossigeno, silicio e neon di quanto si pensasse in precedenza.
I profili di queste righe spettrali, osservati nella luce di una stella di magnitudine 5,3 nella costellazione del telescopio, mostrano che si tratta di una stella doppia spettroscopica, in cui la componente più interna ruota a sua volta attorno ad un buco nero di massa stellare, il più vicino conosciuto essendo a soli 1000 anni luce da noi.
L'orbiter indiano Chandrayaan-2 ha iniziato a raccogliere i primi spettri infrarossi su varie regioni lunari.
Questo è lo spettro del "visitatore" A/2017 U1, un enigmatico oggetto di circa 400m che, tra Settembre e Ottobre, ci ha fatto visita dalle profondità dello spazio interstellare.
Una danza di arcobaleni illustra un rivoluzionario metodo in via di sperimentazione per studiare lo spettro di oggetti celesti con poche risorse.
A partire da questo articolo, inizia una nuova collaborazione tra AliveUniverseImages e Paolo Berardi, un "astrofilo evoluto" (nonché un amico da lunga data) che ci racconterà in prima persona le sue esperienze osservative, svelandoci anche le implicazioni astrofisiche delle osservazioni fatte da lui e dai suoi amici/colleghi appassionati. In questo primo articolo ci racconta le sue osservazioni di una stella "nova nana".
Marco Di Lorenzo
Nel vasto ed apparentemente vuoto spazio interstellare, si aggirano in realtà molecole solitarie: carbonio, idrogeno, silicio ed altri atomi nati dalla fusione nucleare delle stelle e spinti lontano dai forti venti generati dalle esplosioni di supernovae.
Molti astronomi sospettano che, queste molecole siano responsabili di un fenomeno osservato dalla Terra, noto come "diffuse interstellar bands" (DIB - bande interstellari diffuse), prova spettrografica che qualcosa là fuor,i nell'Universo, sta assorbendo alcune lunghezze d'onda della luce proveniente dalle stelle prima che raggiunga la Terra.