Dopo aver trascorso circa cinque mesi in attività propedeutiche e di verifica della strumentazione, dal giorno dell'atterraggio il 19 febbraio 2021, finalmente Persy estende il suo braccio robotico di 2 metri ed inizia a catturare le prime letture scientifiche. Oltre ad analizzare porzioni di terreno utilizzando raggi X e luce ultravioletta, lo scienziato a sei ruote riprenderà delle macro, con il suo complesso sistema di fotocamere, di minuscoli segmenti di superfici rocciose che potrebbero mostrare prove di attività microbica passata.
PIXL (Planetary Instrument for X-ray Lithochemistry) "ha fornito risultati scientifici inaspettatamente forti mentre era ancora in fase di test", ha affermato Abigail Allwood, ricercatrice principale dello strumento presso il JPL.
Posizionato all'estremità del braccio, è un spettrometro a fluorescenza a raggi X "microfocus", che misura rapidamente la chimica elementare su scale sub-millimetriche focalizzando un fascio di raggi X in un minuscolo punto della roccia o del suolo bersaglio e analizzando la fluorescenza a raggi X indotta. PIXL ha sparato i suoi primi raggi X su un piccolo bersaglio di calibrazione a bordo di Perseverance ed è stato in grado di determinare la composizione della polvere marziana attaccata sul target.
"Abbiamo ottenuto la nostra migliore analisi della composizione della polvere marziana prima ancora che guardasse una roccia", ha detto Allwood. Ma questo è solo un piccolo assaggio di cosa PIXL, combinato anche con gli altri strumenti, è in grado di fare.
Questi dati mostrano le sostanze chimiche rilevate all'interno di una singola roccia su Marte, grande quanto un francobollo, da PIXL
Crediti: NASA/JPL-Caltech
Gli scienziati affermano che il cratere Jezero era un lago vulcanico miliardi di anni fa, prosciugato da tempo. Ora il rover si sta ora facendo strada sul suo pavimento ossidato e fratturato (per aggiornamenti costanti sulla posizione del rover, si veda il nostro Mission Log).
Per ottenere un profilo dettagliato delle trame, dei contorni e della composizione della roccia, le mappe PIXL delle sostanze chimiche ipossono essere combinate con le mappe dei minerali prodotte dallo strumento SHERLOC (Scanning Habitable Environments with Raman & Luminescence for Organics and Chemicals) e dal suo partner, WATSON (Wide Angle Topographic Sensor for Operations and eNgineering).
SHERLOC, montato sul braccio robotico del rover, utilizza telecamere, spettrometri e un laser per cercare sostanze organiche e minerali che sono state alterate da ambienti acquosi e possono essere segni di vita microbica passata. È il primo spettrometro UV Raman atterrato sulla superficie di Marte. Il suo assitente, WATSON, acquisisce immagini in primo piano che forniscono agli scienziati informazioni sulla granulometria, sulla rotondità e sulla consistenza della roccia.
Un primo piano ripreso dalla fotocamera Watson nel sol 88. (https://flic.kr/p/2m1jEPw)
Crediti: NASA/JPL-Caltech - Processing: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / aliveuniverse.today
I primi piani di WATSON hanno già fornito una serie di dati sulle rocce marziane, come la varietà di colori, dimensioni dei grani nel sedimento e persino la presenza di "cemento" tra i grani stessi. Tali dettagli possono fornire importanti indizi sulla storia del sedimento, sul flusso d'acqua e sugli antichi ambienti marziani potenzialmente abitabili. E combinati con quelli di PIXL, permettono di ricavare un'istantanea ambientale e persino storica più ampia del cratere Jezero.
SHERLOC e WATSON usano il Advanced Context Imager (ACI) una fotocamera che contestualizza il target e ricorda molto il Microscopic Imager del rover Spirit e Opportunity.
Uno stack ottenuto con le ultime immagini ACI, sol 141 (https://flic.kr/p/2mbvUW2)
Crediti: NASA/JPL-Caltech - Processing: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / aliveuniverse.today
“Di cosa è fatto il fondo del cratere? Come erano le condizioni sul fondo del cratere?" si chiede Luther Beegle del JPL, principale ricercatore di SHERLOC. “Questo ci dice molto sui primi giorni di Marte e potenzialmente su come si è formato il pianeta. Se abbiamo un'idea di com'è stata la storia di Marte, saremo in grado di capire il potenziale per trovare prove di vita".
Il team scientifico
Sebbene Perseverance abbia notevoli capacità autonome su Marte, centinaia di scienziati sono coinvolti nell'analisi dei risultati e nella pianificazione di ulteriori indagini sulla Terra.
"Ci sono quasi 500 persone nel team scientifico", ha detto Beegle. "Il numero di partecipanti a ogni azione del rover è dell'ordine di 100. È bello vedere che questi scienziati si accordano nell'analizzare gli indizi, dare priorità a ogni passaggio e mettere insieme i pezzi del puzzle scientifico del Jezero".
Uno dei punti cruciali della missione sarà quando il rover inizierà a riempire i tubi campione per un successivo ritorno sulla Terra.
Nonostante decenni di indagini sulla questione della vita potenziale, il Pianeta Rosso ha ostinatamente mantenuto i suoi segreti.
"Mars 2020, a mio avviso, è la migliore opportunità che avremo nella nostra vita per affrontare questa domanda", ha affermato Kenneth Williford, scienziato del progetto Perseverance.