Il team di missione del Jet Propulsion Laboratory della NASA ha ricevuto il downlink del primo rapporto dopo l'ammartaggio, alle 00:30 ita italiana via Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), la sonda statunitense che, oltre a continuare l'esplorazione del Pianeta Rosso, funge anche da ponte per le comunicazioni con la Terra.
Ingenuity sta bene, ha detto la NASA nel comunicato, e rimarrà attaccato al rover per 30-60 giorni.
"Ci sono due elementi importanti che stiamo cercando nei dati: lo stato di carica delle batterie di Ingenuity e la conferma che la base funziona come progettato, comandando ai riscaldatori di spegnersi ed accendersi per mantenere l'elettronica dell'elicottero entro i parametri previsti", ha detto Tim Canham, responsabile delle operazioni di Ingenuity al JPL. “Entrambe sembrano funzionare alla grande". La base è una sorta di stazione elettrica sul rover che immagazzina ed instrada le comunicazioni tra l'elicottero marziano e la Terra.
Ora, il team procederà ricaricando le batterie dell'elicottero.
Si tratta di sei batterie agli ioni di litio comunemente in commercio che, attualmente, ricevono energia dall'alimentazione del rover ma quando il drone sarà rilasciato sulla superficie di Marte, si ricaricheranno esclusivamente dal suo pannello solare.
Garantire che Ingenuity disponga di molta energia immagazzinata per mantenere riscaldamento ed altre funzioni vitali, è essenziale per il successo della dimostrazione.
Un'accensione di un'ora porterà le batterie al 30% della loro capacità totale, un'accensione successiva al 35% e saranno previste sessioni di ricarica settimanali mentre l'elicottero rimarrà collegato a Perseverance.
I dati della prima sessione di carica, confrontati con quelli registrati durante la fase di crociera verso Marte, aiuteranno gli ingegneri a pianificare le prossime accensioni.
Quando il drone sarà pronto per il primo test di volo, avrà tempo 30 giorni marziani (31 giorni terrestri) per un totale di quattro voli sperimentali (leggi qui per un approfondimento). Sempre che riesca a decollare e a librarsi nella sottile atmosfera di Marte e, prima ancora, riesca a sopravvivere ai meno 90 gradi Celsius delle fredde notti marziane.
"Siamo in un territorio inesplorato ma questo team ci è abituato", ha affermato MiMi Aung, project manager di Ingenuity al JPL. “Quasi ogni pietra miliare da qui alla fine del nostro programma di dimostrazione di volo, sarà la prima e ognuna deve avere successo affinché si possa passare a quella successiva".
Gli aeromobili di nuova generazione, i discendenti di Ingenuity, potranno un giorno aggiungere una nuova dimensione alla futura esplorazione del Pianeta Rosso: un punto di vista unico, tra la visuale degli orbiter e quella dei rover o dei lander in superficie.
Buona fortuna!