I ricercatori dell'Università di Cambridge hanno utilizzato una combinazione di biochimica e chimica atmosferica venusiana per testare l'ipotesi della "vita nelle nuvole", su cui gli astronomi discutono da decenni.
Una recente ricerca suggerisce che i vulcani su Venere avrebbero avuto un ruolo importante nella creazione dell'effetto serra incontrollato che ora avvolge il pianeta.
Venere è tornata a essere oggetto di rinnovato interesse per l'esplorazione spaziale, anche per la Cina. Il Governo di Pechino sta valutando di aggiungere una nuova missione ai suoi piani per l'esplorazione planetaria.
Un team di ricercatori guidato dall' Instituto de Astrofísica e Ciências do Espaço (IAstro), in Portogallo, ha fatto un passo in più nel comprendere le interazioni tra le caratteristiche più infernali del pianeta.
Il sorvolo ha consentito alla navicella spaziale della NASA di raccogliere una sequenza del lato notturno del pianeta.
È difficile immaginare un mondo più inospitale del "gemello della Terra" eppure in molti sono convinti che la vita microbica potrebbe esistere in sacche abitabili tra le soffocanti nuvole che avvolgono Venere. Negli ultimi tempi, il dibattito è più vivo che mai.
Un gruppo di ricercatori guidati dall'Università di Münster (Germania) ha presentato il confronto più competo redatto fino ad oggi sulla composizione isotopica della Terra, Marte e del materiale da costruzione incontaminato del Sistema Solare interno ed esterno.
Un team internazionale di ricercatori ha trovato evidenze di una possibile attività vulcanica su Venere nella regione Idunn Mons.
Secondo uno studio recente, il protopianeta delle dimensioni di Marte, noto come Theia, che si scontrò con la giovane Terra formando la Luna circa 4,5 miliardi di anni fa, colpì il nostro pianeta due volte, a distanza di alcune centinaia di migliaia di anni
Due giorni fa, la sonda NASA ha effettuato un nuovo gravity assist per restringere ulteriormente la sua orbita attorno al Sole