Una suggestiva immagine del complesso di telescopi ESO/VLT al crepuscolo. Un mese fa, l'osservatorio ha iniziato un intrigante tentativo di fotografare direttamente gli esopianeti attorno alla stella a noi vicina.
L'immagine a sinistra mostra l''asteroide doppio 1999 KW4 durante il suo massimo avvicinamento di 2 settimane fa, visto con le ottiche adattive del VLT; a destra, una ricostruzione di come sarebbe apparso se visto dal successore di VLT, l' "Extremely Large Telescope".
Questa complessa nebulosa è il risultato del cannibalismo violento tra due stelle in un sistema binario, una supergigante rossa e una nana bianca.
Il primo esopianeta attorno alla stella Beta Pictoris è uno dei pochi fotografati direttamente, utilizzando qui il Very Large Telescope dell’ESO nell'infrarosso.
Le osservazioni di ALMA/VLT/Chandra hanno rivelato una colossale sorgente di gas molecolare alimentata da un buco nero nella galassia più brillante di un ammasso.
Confronto tra una immagine ottica della galassia a spirale M74 e, a destra, le corrispondenti mappe di ALMA (blu) e VLT/MUSE (arancio) sovrapposte.
Un confronto tra le immagini di Nettuno ottenibili con un telescopio a Terra, senza e con ottiche adattive, e il telescopio spaziale Hubble (al centro). Ogni commento è superfluo!
Nuove osservazioni ottenute con il telescopio VLT (Very Large Telescope) dell'ESO mostrano l'ammasso stellare RCW 38 in tutto il suo splendore.
Gli astronomi hanno usato lo strumento MUSE installato sul VLT dell'ESO e il telescopio spaziale Hubble di NASA/ESA per effettuare il test finora più preciso della teoria della Relatività Generale di Einstein al di fuori della Via Lattea. La galassia ESO 325-G004 (in basso a sinistra) funge da potente lente gravitazionale, relativamente vicina (450 milioni di anni luce); essa distorce la luce che proviene da una galassia retrostante per creare un "anello di Einstein", evidenziato nel riquadro ingrandito dove l'anello è visibile dopo la sottrazione dell'immagine della galassia. Confrontando la curvatura dello spazio ricavata da queste immagini con la massa di ESO 325-G004 ricavata spettroscopicamente dalla velocità di rotazione delle stelle, gli astronomi hanno trovato che la gravità su scale extragalattiche si comporta come descritto dalla relatività generale, con una inedita precisione del 9%. Questo permette di escludere alcune teorie alternative della gravità.
https://www.eso.org/public/italy/news/eso1819/