Scritto: Mercoledì, 23 Novembre 2016 07:23 Ultima modifica: Mercoledì, 23 Novembre 2016 10:39

Marte: scoperto un grande substrato di ghiaccio d'acqua in Utopia Planitia


Non tutta l'acqua di Marte è andata persa nello spazio! In Utopia Planitia, un deposito sotterraneo di ghiaccio contiene tanta acqua quanta quella presente nel lago Superiore della Terra, il secondo al mondo per superficie dopo il mar Caspio.
Lo strato si trova alle medie latitudini settentrionali del Pianeta Rosso, coperto al massimo da 10 metri di terreno.

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Una vista tridimensionale di Utopia Planitia, in cui l'elevazione è stata esasperata per mostrare al meglio le caratteristiche topografiche.
Una vista tridimensionale di Utopia Planitia, in cui l'elevazione è stata esasperata per mostrare al meglio le caratteristiche topografiche.
Crediti: NASA/JPL-Caltech/Univ. of Arizona

"Questo deposito è probabilmente il più accessibile rispetto alla maggior parte del ghiaccio d'acqua su Marte perché è ad una latitudine relativamente bassa ed in una pianura, una zona liscia dove un veicolo spaziale può atterrare facilmente", ha detto Jack Holt della Università del Texas (Austin) in un comunicato.

Utopia Planitia è una regione molto nota e di grande interesse.
E' un grande ed antico bacino di 3.300 chilometri di diametro che fa parte delle pianure del nord di Marte.
Le immagini dall'orbita hanno sempre mostrato strane caratteristiche come fessurazioni poligonali e pozzi, tutti dettagli che sulla Terra vengono associati alla presenza di ghiaccio sotto la superficie o al permafrost. Così gli scienziati hanno iniziato a sospettare che anche su Marte si nascondesse un deposito ghiacciato. D'altra parte, la zona non è nuova per essere al centro di tali dibattiti, ricordata per l'atterraggio del lander della missione Viking 2 nel 1976, che riprese la famosa e discussa immagine di una brinata marziana.

Utopia Planitia - deposito di ghiaccio d'acqua

Utopia Planitia - deposito sotterraneo di ghiaccio d'acqua
Crediti: NASA/JPL-Caltech/Univ. of Rome/ASI/PSI

Nel nuovo documento pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, gli scienziati hanno esaminato la regione con il Shallow Radar (SHARAD), il georadar italiano a bordo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO).
L'analisi dei dati registrati durante gli oltre 600 passaggi ha rivelato la presenza di uno strato ghiacciato, composto per un 50-85 per cento di ghiaccio d'acqua mescolato a polveri ed a particelle più grandi di roccia, di circa 375.000 chilometri quadrati, spesso tra gli 80 ed i 170 metri. Eppure, per quanto enorme possa sembrare, rappresenta meno dell'1 per cento di tutti i depositi di ghiaccio d'acqua noti su Marte!

Lo SHARAD lavora nella gamma dei 15-25 MHz e la risoluzione verticale dipende dai materiali che attraversa ma può teoricamente arrivare fino ad 1 chilometro di profondità. Praticamente, invia onde radio verso la superficie di Marte: alcune rimbalzano, altre penetrano nel sottosuolo. Di queste in parte ritornano all'orbiter. Il loro comportamento viene utilizzato per caratterizzare i materiali.
Questo strumento può essere usato per definire la stratigrafia del sottosuolo o per trovare quella che viene chiamata "costante dielettrica" (o permittività elettrica) che quantifica la tendenza del materiale a contrastare l'intensità del campo elettrico presente al suo interno. Questo è ciò che è stato studiato per Utopia Planitia.

MRO SHARAD

Funzionamento del radar SHARA. La costante dielettrica del ghiaccio d'acqua è 3,15 mentre il valore medio in Utopia Planitia è di 2,8, lasciando ipotizzare la presenza di un mix di ghiaccio d'acqua e polveri.
Crediti: Cassie Stuurman

"Questo deposito, probabilmente, si è accumulato mescolandosi con la polvere quando l'asse del pianeta era più inclinato rispetto ad oggi", ha spiegato Cassie Stuurman, dell'Istituto di Geofisica dell'università del Texas, autrice principale della ricerca che ha anche pubblicato un dettagliato resoconto sul suo blog.
L'asse di Marte oggi ha un'inclinazione di 25 gradi, tale che gli accumuli ghiacciati maggiori si concentrano ai poli ma nell'arco di circa 120.000 anni l'inclinazione è variata più del doppio, favorendo un riscaldamento dei poli e la formazione del ghiaccio alle medie latitudini, dove è in parte rimasto sepolto.

SHARAD - Utopia Planitia

Questi due profili mostrano Utopia Planitia vista dalradar SHARAD.
Crediti: NASA/JPL-Caltech/Univ. of Rome/ASI/PSI

Anche se la scoperta può essere considerata un'importante risorsa per le future missioni umane, il georadar, purtroppo, non ha mostrato nessuno strato allo stato liquido, condizione che sarebbe stata l'ideale per cercare la vita microbica oggi sul pianeta.

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Letto: 2595 volta/e Ultima modifica Mercoledì, 23 Novembre 2016 10:39

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Elisabetta Bonora

Nella vita lavorativa mi occupo di web, marketing e comunicazione, digital marketing. Nel tempo libero sono un'incontenibile space enthusiast e mamma di Sofia Vega.
Mi occupo di divulgazione scientifica, attraverso questo web, collaborazioni con riviste del settore e l'image processing delle foto provenienti dalle missioni robotiche. Appassionata di astronomia, spazio, fisica e tecnologia, affascinata fin da bambina dal passato e dal futuro. Nel 2019 è uscito il mio primo libro "Con la Cassini-Huygens nel sistema di Saturno" (segui su LinkedIn le mie attività professionali).
Amo le missioni robotiche inviate nel nostro Sistema Solare "per esplorare nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita, per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima!" ...Ovviamente, è chiaro, sono una fan di Star Trek!

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