3.500 milioni di anni fa il cratere Gale su Marte era coperto da ghiacciai, soprattutto sul tumulo centrale, il Monte Sharp, alto 5,5 chilometri, meta della missione del rover della NASA Curiosity, che ha festeggiato un anno marziano, 687 giorni terrestri, proprio questa settimana, il 24 giugno.
Acqua liquida e fredda scorreva attraverso fiumi e ruscelli, raggiungendo i laghi nelle zone più basse, formando paesaggi simili a quelli che possiamo trovare in Islanda o Alaska.
Fino ad oggi si pensava che Ganimede, il più grande satellite di Giove ma anche la più grande luna del Sistema Solare, più grande di Mercurio, ospitasse un oceano molto profondo tra due strati di ghiaccio.
Recenti studi, però, aprono nuovi scenari: Ganimede potrebbe essere composta da diversi strati di oceani e ghiaccio, sul cuore roccioso.
Solo un paio di giorni fa avevamo parlato delle "recurring slope lineae" o RSL, ossia di quei flussi scuri transitori che le sonde in orbita intorno a Marte hanno spesso osservato apparire ed estendersi sui bordi dei crateri o lungo i pendii.
La presenza o meno dell'acqua in tale processo, anche se ipotizzata, non è mai stata confermata direttamente.
La grande tempesta che si è formata su Saturno nel 2010, più grande di qualsiasi altro fenomeno osservato sul pianeta, ha già catturato l'attenzione degli scienziati per la sua intensità, turbolenza e longevità.
Ora, un nuovo articolo pubblicato sulla rivista Icarus, svela un ulteriore aspetto della sua potenza esplosiva: l'energia liberata è stata in grado di sfornare ghiaccio d'acqua da grandi profondità.
Titano, la grande luna di Saturno, potrebbe avere una dura e resistente crosta di ghiaccio.
Le analisi dei dati gravitazionali e topografici di Titano, inviati dalla sonda della NASA Cassini, potrebbero suggerire qualcosa di inaspettato: la rigida crosta ghiacciata potrebbe affondare le sue radici in un oceano sottostante.
Le tempeste di neve nell'emisfero nord di Marte possono essere previste con diverse settimane di anticipo, secondo una recente pubblicazione a cura dei ricercatori dell'Università di Tohoku di Sendai (Giappone) e l'Istituto Max Planck Institute for Solar System Research (MPS) a Lindau (Germania).
Per la prima volta i calcoli mostrano una relazione tra le nevicate e le fluttuazioni di pressione, temperatura, velocità del vento che si propagano regolarmente e in modo ondulatorio nell'emisfero settentrionale del pianeta.
Mercurio ruota intorno al Sole con un'inclinazione assiale praticamente nulla per cui, nonostante sia molto vicino alla nostra stella, sulla sua superficie esistono crateri che non ricevono mai la luce del Sole.
Analogamente, ci sono luoghi su Mercurio perennemente illuminati.
Potenti esplosioni sotterranee, che hanno coinvolto grandi quantità di ghiaccio, devono aver caratterizzato la formazione dei due crateri in un altopiano nella regione di Thaumasia Planum, a sud della Valles Marineris, il più grande canyon del nostro Sistema Solare, osservati dalla sonda europea Mars Express il 4 gennaio scorso
L'incredibile vortice apparso su Titano circa un anno fa, non accenna a diminuire e permane come una sorta di cappuccio sul polo sud della grande luna di Saturno, ben visibile anche dalle ultime immagini.
Probabilmente costituito da un mix di ghiaccio sconosciuto, è il segnale dei cambiamenti stagionali in corso.
Gli incredibili cambiamenti stagionali di Marte sono stati ripresi dalla sonda della NASA Mars Reconnaissance Orbiter e montati in un bellissimo video dal NASA Jet Propulsion Laboratory: un paesaggio dinamico che si trasforma a causa del riscaldamento delle calotte ghiacciate di anidride carbonica.
In primavera, il gas contenuto nei rivestimenti di ghiaccio secco marziano si accumula e va in pressione, scoppiando poi in vari modi.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.