In una conferenza stampa appena conclusa, presentati i risultati di MRO che mostrano la vera natura delle striature scure stagionali osservate su diversi pendii del Pianeta Rosso. La scoperta di "sali idratati" potrebbe avere ripercussioni sulla presenza di vita e sulla reperibilità di acqua per le future missioni umane.
La fotocamera ad alta risoluzione Experiment High Resolution Imaging Science (HiRISE) a bordo della sonda della NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) ha ripreso diverse volte quelle che potrebbero essere le tracce di un liquido in grado scorrere oggi sulla superficie di Marte per brevi periodi. Studi precedenti avevano associato alcuni comportamenti dei terreni terrestri più difficili al suolo ed alle condizioni ambientali marziane. Noi abbiamo scritto molte volte che anche nella storia delle immagini raw dei rover sembrano esserci le tracce di saltuari episodi di acqua in superficie, a seconda delle stagioni.
Il rover della NASA Curiosity sta contribuendo in pochi mesi di missione a confermare quelle che per molti (noi compresi) sono state intuizioni da anni: le premesse sono buone e tutti speriamo in un crescendo di scoperte.
Cinque dettagliati articoli, sui dati dei primi 100 sol di missione, sono stati pubblicati ieri sulla rivista Science: uno dedicato alla roccia "Jake Matijevic", quattro concentrati sui sedimenti e la sabbia di Rocknest.
Il perclorato, la sostanza che ricopre la superficie marziana, inizialmente ritenuto un nemico per eventuali forme di vita perchè molto ossidante, ora è considerato un'importante fonte di energia chemoautotrofica, che potrebbe sostenere la vita microbica nel sottosuolo.
Ma un aspetto negativo rimane: potrebbe infatti costituire un problema per i primi esploratori del Pianeta Rosso.