"Queste correnti svolgono un ruolo fondamentale nella perdita atmosferica che ha trasformato Marte da un mondo che avrebbe potuto sostenere la vita in un deserto inospitale", ha dichiarato nella press release Robin Ramstad, fisico presso l'Università del Colorado ed autore principale della ricerca pubblicata su Nature Astronomy. "Attualmente stiamo lavorando sulle correnti per determinare la quantità precisa di energia che viene prelevata dal vento solare e alimenta la fuga atmosferica".

Anche l'atmosfera terrestre è attraversata da correnti elettriche, per lo più generate dall'interazione con il vento solare, il flusso di particelle cariche proveniente dal Sole. Queste scorrono seguendo le linee del campo magnetico e si incanalano e concentrano nelle regioni polari, dove si formano le aurore o luci del nord. Ma rispetto a Marte c'è una differenza sostanziale: la Terra ha un campo magnetico globale ed il Pianeta Rosso ha un magnetismo locale residuo. Ciò vuol dire che, mentre nel primo caso il campo magnetico proviene dal nucleo ed avvolge l'intero pianeta, nel secondo caso è concentrato in una sorta di piccoli ombrelli magnetici che fuoriescono dalla crosta.

Il vento solare, costituito in gran parte da elettroni e protoni caricati elettricamente, soffia costantemente dal Sole a milioni di chilometri orari. Scorre intorno e interagisce con gli oggetti nel nostro Sistema Solare, portando con sé il magnetismo proveniente dalla nostra stella. Come abbiamo visto, può penetrare nell'alta atmosfera dei pianeti che hanno un campo magnetico globale come la Terra ma viene bloccato dagli strati atmosferici più alti dove il campo magnetico globale non esiste. Tuttavia, le correnti elettriche, che si generano nella ionosfera, possono creare a loro volta una magnetosfera indotta, che sulla Terra si aggiunge al campo magnetico profondo. Quando gli ioni e gli elettroni del vento solare si infrangono sul campo magnetico indotto marziano, sono costretti a fluire a causa della loro carica elettrica opposta. Alcuni ioni scorrono in una direzione, altri nell'altra, formando correnti elettriche che si propagano dal lato diurno al lato notturno del pianeta. Allo stesso tempo, i raggi X e le radiazioni ultraviolette ionizzano costantemente l'atmosfera superiore, trasformandola in una combinazione di elettroni e ioni caricati che possono condurre elettricità

 "L'atmosfera di Marte si comporta un po' come una sfera di metallo che chiude un circuito elettrico", ha detto Ramstad. "Le correnti scorrono nell'atmosfera superiore, con gli strati di corrente più forti che persistono a 120-200 chilometri sopra la superficie del pianeta".
A MAVEN va il merito di aver fornito i dati per poter mappare, per la prima volta, l'intero circuito elettrico attorno a Marte. Queste correnti sono difficili da rilevare dall'orbita perché distorcono i campi magnetici a cui è sensibile il magnetometro a bordo della sonda. Così, il team ha dapprima mappato tridimensionalmente la struttura media del campo magnetico attorno al Pianeta Rosso e poi ha calcolato le correnti elettriche presenti analizzando le distorsioni indotte nel campo magnetico stesso.

Le correnti elettriche accelerano le particelle atmosferiche cariche e, pertanto, guidano la fuga atmosferica del pianeta. Quest'ultima, alla cui origine c'è dunque il vento solare, è stata attiva per miliardi di anni, trasformando Marte nel mondo poco ospitale che conosciamo oggi.