Questa vista di Venere è stata ripresa dalla fotocamera Wide-field Imager (WISPR), a bordo della sonda Parker Solar Probe, l'11 luglio 2020, durante il terzo fly-by attorno al pianeta.
Ecco la superficie di Venere, immortalata tramite i due radiotelescopi di Arecibo e Green Bank nove anni fa, utilizzando gli echi radar.
Tra i 300 milioni ed 1 miliardo di anni fa, un grande oggetto cosmico si schiantò su Venere, lasciando un cratere di oltre 270 chilometri di diametro.Ora, un team della Brown University ha utilizzato quell'antica cicatrice da impatto per determinare se il pianeta avesse una tettonica a placche simile alla Terra.
Uno spettacolare ritratto di Venere, Terra e Marte (da sinistra a destra, in basso) ripresi dalla sonda Solar Orbiter lo scorso novembre
Un nuovo modello rivisita e reinterpreta il rilevamento della fosfina su Venere. I risultati sono ora in preprint su arXiv ed accettati per la pubblicazione dal The Astrophysical Journal.
Oggi, alle 13:40:04 ora italiana, la sonda europea Solar Orbiter raggiungerà la minima distanza di 13656 km dal centro di Venere, 7604km dalla sua superficie.
La sonda ESA/NASA si prepara alla prima delle tante manovre a gravità assistita previste per avvicinarsi al Sole e studiare la nostra stella da diverse prospettive. Il primo fly-by avverrà il 27 dicembre attorno a Venere.
Il team responsabile del popolare annuncio del 14 settembre 2020, ha rianalizzato i dati ALMA, concludendo che c'è effettivamente fosfina nell'atmosfera di Venere ma meno di quanta inizialmente stimata.
Nuove analisi indipendenti indicano che il rilevamento della fosfina nell'atmosfera di Venere potrebbe essere sfrutto di un errore di elaborazione dei dati.
Ancora Venere, stavolta fotografata da vicino dalla sonda giapponese Akatsuki, mostra il lato illuminato dal Sole (a sinistra, nell'ultravioletto) e quello notturno (a destra, nell'infrarosso) con l'emissione termica dagli strati più bassi dell'atmosfera.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.