Un programma internazionale condotto dagli scienziati del CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique) ha stabilito che 5.200 tonnellate di micrometeoriti raggiungono il suolo terrestre ogni anno.
Quella rappresentata in questa immagine "artistica" è la "Radcliffe Wave", la struttura più grande all'interno della Via Lattea, incontrata. dal Sistema Solare in più occasioni.
Questa è la mappa della distribuzione di polvere interstellare sull'intera volta celeste, ricavata dai dati del catalogo Gaia DR2 pubblicato ieri.
Mentre Voyager-1 si avventura ben oltre l'eliopausa, esplorando l'anticamera dello spazio interstellare a oltre 20 miliardi di km dal Sole, la sonda Cassini attorno a Saturno ha rilevato la firma debole ma distinta di polveri provenienti da oltre il nostro sistema solare.
Un gruppo di ricerca, del Max Planck Institute for Solar System Research (MPS) in Germania e del International Space Science Institute (ISSI) in Svizzera, ha presentato un'analisi completa sulle particelle di polvere interstellare che furono rilevate dalla sonda Ulysses, laciata del 1990 per studiare il Sole e l'eliosfera.
La missione della NASA Stardust, che nel 2006 riportò sulla Terra la capsula contenente i campioni delle polveri dalla cometa Wild 2, a distanza di diversi anni ancora fa notizia.
Analizzando il materiale raccolto, i ricercatori avrebbero scoperto sette rare microscopiche particelle di polvere interstellare che potrebbero avere origine dall'esplosione di una supernova avvenuta milioni di anni fa, alterate dall'esposizione all'ambiente spaziale estremo.
"Questa polvere è relativamente nuova, dal momento che la durata della polvere interstellare è di soli 50 - 100 milioni di anni, quindi stiamo parlando della nostra galassia contemporanea", ha detto Anna Butterworth, fisico presso l'University of California, a Berkeley.