Il telescopio spaziale della NASA Kepler potrebbe continuare la caccia di pianeti extrasolari, nonostante la missione sia stata dichiarata conclusa in estate.
Kepler, che ha scoperto oltre 3.500 nuovi pianeti candidati, aveva manifestato alcuni problemi alla seconda delle quattro ruote di reazione lo scorso 11 maggio.
Gli scienziati di tutto il mondo si sono riuniti questa settimana presso l'Ames Research Center di Moffett Field, in California, per discutere dei grandi risultati del telescopio spaziale della NASA Kepler: la scoperta di 833 nuovi pianeti candidati di cui 104, sarebbero i nuovi e strani mondi che potrebbero ospitare la vita.
Dei 104 pianeti identificati, 10 sono più piccoli della Terra e orbitano nella zona abitabile della loro stella, dove potrebbe esistere l'acqua allo stato liquido in superficie.
Gli astronomi hanno scoperto il primo pianeta extrasolare con dimensioni e composizione simili alla Terra: si tratta di Kepler-78b.
Anche se è un pianeta roccioso, però, le somiglianze con la Terra finiscono qui: ruota intorno alla sua stella in 8,5 ore e questo lo rende un mondo in fiamme non adatto alla vita come noi la conosciamo.
Il sistema della vicina stella Fomalhaut, situata nella costellazione del Pesce Australe a 25 anni luce dalla Terra, la diciottesima stella più brillante del nostro cielo, è considerato di particolare interesse per il suo disco di detriti scoperto nel 1980 dal satellite IRAS.
In un recente articolo, accettato per la pubblicazione sulla rivista Astronomical Journal, però, viene rivelata un'importante novità.
Fomalhaut, da sempre considerata una stella binaria, sarebbe invece un sistema triplo perché anche una piccola stella nelle vicinanze ne farebbe parte.
Kepler-7b è un gigante gassono in orbita attorno alla stella Kepler-7, nella costellazione della Lira.
E' un pianeta molto luminoso, tanto che gli astronomi, nonostante la sua considerevole distanza (oltre 1000 anni luce dalla Terra), hanno potuto fruttare i dati dei telescopi spaziali della NASA, Spitzer e Keplero, per creare la prima mappa del sistema nuvolo di un pianeta extrasolare.
Grazie ai dati infrarossi del telescopio Subaru nelle Hawaii, gli astronomi hanno scoperto il più piccolo pianeta individuato finora intorno ad una stella simile al Sole, tramite tecniche di imaging dirette.
Il nuovo mondo, chiamato GJ 504b, ha comunque una massa maggiore rispetto a quella di Giove e dimensioni molto simili a quelle del gigante gassoso del nostro Sistema Solare.
Per la prima volta, da quando l'uomo ha iniziato a scoprire pianeti extrasolari, circa 20 anni fa, è stato osservato in raggi X un esopianeta oscurare la sua stella stella madre.
L'allineamento è avvenuto nel sistema HD 189733, a 63 anni luce dalla Terra.
Gli osservatori Chandra X-ray della NASA e XMM Newton dell'ESA hanno potuto sfruttare questa occasione unica per studiare l'eclissi in raggi X.
Per la prima volta gli astronomi sono stati in grado di osservare il colore di un pianeta extrasolare nelle lunghezze d'onda della luce visibile: la sua atmosfera è di un affascinante profondo blu cobalto.
Il pianeta è HD 189733b a soli 63 anni luce dalla Terra: secondo gli scienziati, piogge di vetro e venti superveloci creerebbero questa colorazione a noi tanto familiare.
Come sarà la vita sulla Terra tra 2 miliardi di anni?
Probabilmente dominata dai batteri, gli unici in grado di sopravvivere a temperature estreme.
Un nuovo studio, condotto dal PhD Jack O’Malley James dell'Università di St Andrews, racconta il futuro del nostro pianeta con importanti implicazioni per la ricerca della vita extraterrestre in altri mondi.
Sempre più pianeti extrasolari, sempre più pianeti che potrebbero sostenere la vita!
Ieri, 25 giugno, un team internazionale di scienziati ha annunciato che una stella di un sistema a soli 22 anni luce dalla Terra è sovraffollata di pianeti nella sua zona abitabile.
Stiamo parlando del sistema stellare triplo Gliese 667, nella costellazione dello Scorpione, e della sua stella Gliese 667C, già target di diverse osservazioni.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.