I dati delle vecchie missioni possono ancora restituire informazioni utili grazie a nuove tecniche di analisi. Gli scienziati che hanno rielaborato quelli della sonda Magellan della NASA trovando ulteriori prove di attività vulcanica recente su Venere.
Generalmente, l'assenza di luce solare rende difficile l'imaging ma ora i ricercatori hanno escogitato un modo per utilizzare i sensori infrarossi a bordo della sonda giapponese Akatsuki per rivelare i primi dettagli del tempo notturno di Venere. Il metodo potrebbe essere utilizzato anche per studiare altri pianeti, inclusa la Terra o Marte o i giganti gassosi.
Gli scienziati della Cornell University affermano che lai fosfina rilevata nell'atmosfera di Venere c'è ed è una nuova prova di vulcani esplosivi sul misterioso pianeta.
Da una nuova analisi della superficie di Venere sono emerse prove di movimento tettonico sotto forma di blocchi crostali che si sono scontrati l'uno contro l'altro come pezzi rotti di una banchisa.
Un nuovo studio ha misurato le concentrazioni di acqua nell'atmosfera di Venere, concludendo che la vita è impossibile tra le goccioline di acido solforico.
La tecnica è in fase di sviluppo e un nuovo studio descrive come nel 2019 è stato possibile il primo rilevamento di un terremoto da un pallone sonda sulla Terra.
La missione è stata selezionata dal Science Programme Committee dell'ESA il 10 giugno come quinta missione di classe media nel piano Cosmic Vision dell'Agenzia. La sonda sarà lanciata intorno al 2030.
La NASA ha selezionato le due missioni nell'ambito del programma Discovery per scoprire come Venere è diventato il mondo infernale che conosciamo oggi.
Il segnale radio naturale è stato rilevato dalla sonda della NASA Parker mentre attraversava l'atmosfera superiore del pianeta.
La durata precisa del giorno venusiano è stata calcolata da un team della UCLA (Univerdità della California, Los Angeles) dopo aver fatto rimbalzare un radar sulla superficie del pianeta per 15 anni.