Vi ricordate il discusso "cappello" di Marte fotografato da un gruppo di astrofili a marzo ed aprile 2012? Questi pennacchi si erano formati nell'alta atmosfera del pianeta, a circa 250 chilometri di quota, in corrispondenza del terminatore, su una zona chiamata Terra Cimmeria e si erano sviluppati in circa 10 ore coprendo una superficie di 1.000 x 500 chilometri.
Nuovi dati rimasti a bordo di New Horizons dal fly-by del 14 luglio 2015 ed appena trasmessi a Terra, mostrano che la sonda è riuscita catturare due occultazioni stellari attraverso l'atmosfera di Plutone.
Ieri Curiosity ha completato due anni marziani di attività nel cratere Gale, registrando i dati di due cicli stagionali completi.
Per la prima volta dopo 40 anni, lo Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy (SOFIA) ha rilevato ossigeno atomico nell'alta atmosfera di Marte. Questi atomi influenzano in modo significativo la fuga atmosferica di altri gas con un impatto determinante sul clima del pianeta.
Utilizzando i dati raccolti dal telescopio spaziale Hubble e tecniche innovative, gli astronomi sono stati in grado di analizzare l'atmosfera della super-Terra 55 Cancri e. I risultati, che verranno pubblicati sulla rivista Astrophysical Journal, indicano che è costituita in prevalenza di idrogeno ed elio, senza alcuna traccia di vapore acqueo.
Le incredibili nubi multicolori che si vedono in questa immagine scattata 3 giorni fa dalle isole Tromsø (Norvegia) si chiamano "nuvole polari stratosferiche" (PSCs), dette anche "Nacreous". Fatte di cristalli sospesi a 25 km di altezza, fanno capolino nel lungo inverno presso il circolo polare artico, direttamente illuminate dal Sole che è sotto l'orizzonte.
Utilizzando il telescopio Spitzer e Kepler, gli astronomi hanno scoperto quella che sembra essere una piccola stella con una tempesta nuvolosa gigante, molto simile alla "Grande Macchia Rossa" di Giove.
Oramai gli scienziati sembrano concordi nel ritenere che Marte deve aver avuto una spessa atmosfera in passato, favorevole per un clima caldo e umido. Tuttavia, la sola teoria della perdita atmosferica non sembra sufficiente a far quadrare i conti sul carbonio.
Le tempeste solari avrebbero giocato un ruolo fondamentale nella storia di Marte, trasformando il pianeta da un posto ospitale al mondo freddo e desertico di oggi. I risultati arrivano dalla sonda della NASA MAVEN (Mars Atmosphere and Volatile Evolution), che ha iniziato la sua missione poco più di un anno fa.
Questa elaborazione è un dettaglio dell'orizzonte di Plutone, ruotato di 180 gradi, delle due immgini raw lor_0299194487_0x630_sci_3 e lor_0299194497_0x630_sci_3.
Le informazioni colore sono state ottenute utilizzando le variazioni di luce come filtri.