In base a quanto riportato sul sito universetoday.com, la conferma arriva direttamente da Michel Denis, direttore di volo all'European Space Operations Center di Darmstadt, Germania, il quale ha dichiarato che l'esplosione si è verificata a molti chilometri di distanza da ExoMars e perciò non c'è stato alcun pericolo. In ogni caso, la conferma definitiva sullo stato di salute della sonda potrà arrivare solo nelle prossime settimane, quando verranno accesi e testati tutti gli strumenti scientifici.
Il sospetto che qualcosa fosse andato storto è arrivato analizzando le immagini catturate dall'Osservatorio OASI in Brasile (un frame in apertura) che mostravano un oggetto più luminoso, identificato come la sonda, "circondato da almeno altri sei deboli punti, possibili componenti dello stadio superiore", cita testualmente la pagina del Near-Earth Object Coordination Centre dell'ESA.
Così il russo Anatoly Zak aveva avanzato alcuni sospetti nel suo articolo pubblicato sul sito popularmechanics.com.
Il Breeze-M, infatti, si sarebbe dovuto separare da ExoMars in un unico pezzo senza produrre frammenti aggiuntivi e avrebbe dovuto accendere il propulsore due volte per allontanarsi e dirigersi in una sorta di "cimitero" spaziale, ossia in un'orbita dove finisce tutta la spazzatura dei lanci o i vettori e le sonde alla fine della loro vita. Zak scrive che, "secondo fonti del settore spaziale russo, la prima delle due manovre previste è avventa regolarmente ed è durata 12 secondi ed una volta a distanza di sicurezza da ExoMars, il Breeze-M avrebbe dovuto accendere di nuovo il propulsore, questa volta per 1,5 minuti, per consumare tutto il propellente rimasto a bordo". Ma per una fatale casualità, sembra che la Russia non avesse il monitoraggio sotto controllo in quei momenti con i due telescopi preposti, in Australia ed in Bolivia, entrambi fuori uso.
Sempre secondo Zak, uno dei serbatoi del carburante del Breeze-M potrebbe non essere sufficientemente ventilato nello spazio ed esplodere al calore del Sole, cosa che sarebbe già successa il 16 gennaio, durante il lancio di un satellite spia e ad ottobre 2012.
Tuttavia, osservando le immagini incriminate, mi sembrava che i detriti volassero un po' troppo vicino ad ExoMars per non aver creato danni e così avevo deciso di non pubblicare subito la notizia ma di aspettare eventuali sviluppi. Bene, ora una spiegazione più convincente è apparsa direttamente sul sito dell'ESA come update nella didascalia dell'animazione:
(UPDATE 23 March 2016) The original caption for the large image above, published on 17 March, stated that it showed ESA's ExoMars Trace Gas Orbiter (TGO) as a bright object at centre, following separation from the Breeze-M upper stage of the Proton rocket that delivered the spacecraft into an interplanetary orbit on 14 March.
Following additional analysis by teams at ESA’s Near-Earth Object Coordination Centre, it has become clear that TGO is in fact not in this image – it was already further ahead and beyond the frame. Thus all of the moving objects in this image are related to the Breeze-M.
We apologise for the initially erroneous information. The caption below has been updated.
In sostanza, l'oggetto luminoso inizialmente identificato come ExoMars nella sequenza dell'Osservatorio OASI, non è è ExoMars che in quel momento era ben più distante e fuori del campo visivo ma, tutti gli oggetti nella ripresa sono stati catalogati come detriti del Breeze-M. Ora, sarebbe interessante capire quale rotta stanno seguendo!