Seguiamo adesso l'equipaggio di CHAPEA, di cui avevamo parlato nel corso dell'ultimo articolo, che potete trovare qui, dopo un mese da quando sono “atterrati” su Marte.

Questo sarà solo un primo articolo a cui ne seguiranno altri che spiegheranno come stanno andando le cose nell'habitat, sia con interviste all'equipaggio, sia con analisi dei risultati sia medici che di missione. 


Dopo un mese

Ripensando al 25 giugno, data in cui l'equipaggio è entrato nell'habitat CHAPEA, la Comandante rivela: “Eravamo così felici di entrarci che non abbiamo neppure visto la porta che si chiudeva dietro di noi. Ci siamo riuniti ed abbracciati e dopo è scoppiato un fragoroso applauso. Questo ha fatto ridere la folla che avevamo lasciato all'esterno e che guardava. In questo momento ho sentito che tutti erano dalla nostra parte e tifavano per la nostra riuscita.

Quella prima notte abbiamo trascorso del tempo a disfare le nostre valigie ed allestire le camere da letto poi abbiamo preso una cioccolata calda.

Il giorno seguente Kelly prosegue: “le nostre attività sono programmate tramite una app interattiva che fornisce suggerimenti e collegamenti a documenti di cose che dobbiamo fare. Questa app ci permette di rispettare i tempi previsti e comunica anche con il centro controllo monitorando le varie missioni. Quindi abbiamo, con questa app, programmato l'intera giornata.

Dato il ritardo nella trasmissione a causa della distanza Terra/Marte abbiamo imparato ad essere preparati in anticipo in caso accadessero modifiche o problemi all'attività.

Molte volte risolviamo da soli i problemi mentre aspettiamo di ricevere le informazioni dal centro controllo missione.

Abbiamo anche comunicato l'esercizio fisico che completiamo e documentiamo nei giorni in cui non lasciamo l'habitat per lavorare sulla superficie marziana.

Inoltre, documentiamo tutti gli alimenti e i liquidi che ingeriamo.

Il nostro primo giorno abbiamo fatto tutte queste cose ma abbiamo anche colto l'occasione per fare l'inventario degli oggetti nell'habitat, poiché per noi era importante sapere dove si trova tutto, ma anche assicurarci che gli oggetti che pensavamo fossero stati inviati con noi fossero effettivamente presenti ed abbiamo segnalato alcune discrepanze al controllo della missione.

Inoltre, prosegue la Comandante: “L'entusiasmo iniziale non si è ancora spento in quanto facciamo cose nuove ogni settimana e stiamo imparando tantissimo. Già dalla seconda settimana abbiamo preso un bel ritmo e completavamo i nostri obiettivi di missione giornalieri in modo efficiente.

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La Comandante Kelly Haston in tuta pronta per CHAPEA. Fonte: NASA

 

La nostra giornata tipo, afferma Kelly, è la seguente: “Iniziamo la giornata intorno alle 06:00 pesandoci subito dopo esserci alzati, poiché gli scienziati, che eseguono la simulazione, vogliono raccogliere quanti più dati possibili ed anche assicurarsi che stiamo in salute. Dopo esserci ripuliti, facciamo colazione e ci riuniamo, discutendo dei compiti e delle esigenze del giorno che sta per iniziare e rispondendo a qualsiasi domanda in sospeso del giorno prima. Questa è un'opportunità per modificare il programma se necessario o per assicurarsi che tutte le cose siano coperte e che tutti conoscano il proprio ruolo per la giornata.

Poi facciamo un breve briefing preliminare per l'EVA, anche se spesso ne abbiamo discusso anche la sera prima. Dopo il briefing preliminare, la squadra che deve eseguire l'EVA esce dall'habitat e inizia a muoversi attraverso una serie di camere di equilibrio e procedure che alla fine li porteranno ad essere su Marte nelle loro tute spaziali simulate, con tutti gli strumenti necessari per gli obiettivi della giornata.
I due membri dell'equipaggio rimasti all'interno si interfacceranno con il controllo della missione dando indicazioni all'equipaggio dell'EVA, oltre a portare a termine l'esercizio quotidiano e qualsiasi altra attività interna. Quando è necessaria la risoluzione dei problemi, l'equipaggio interno spesso unirà le forze per garantire che il problema venga risolto il più rapidamente possibile per consentire all'equipaggio dell'EVA di completare i propri obiettivi nel tempo assegnato.
Quando tornano c'è tempo per ripulirsi, perché spesso è un lavoro duro e si suda molto oltre al fatto che la tuta e l'attrezzatura sono grandi e pesanti. Facciamo un de-briefing in cui l'equipaggio discute cosa è andato bene ed è possibile miglioramenti o approcci alternativi per la prossima volta. A volte eseguiamo anche sondaggi o test dopo le EVA che fanno parte della raccolta dati per il progetto.

Alla fine svolgiamo altre attività aggiuntive e manutenzioni richieste dall'habitat poi ceniamo. A questo punto abbiamo del tempo per noi sia per scrivere sui nostri diari, mio marito ha voluto che ne tenessi uno, sia per leggere o fare altre attività distensive. Fra queste attività ci sono anche film e telefilm oltre a vari programmi di intrattenimento. Le luci vengono spente alle 22 per avere sufficiente tempo di riposo.

La sfida più grande che abbiamo incontrato per ora è la comunicazione con i nostri cari ed i nostri familiari. Il ritardo temporale e le restrizioni sui dati fanno si che le cose possono bloccarsi inaspettatamente od essere più lente del previsto. Una cosa che non abbiamo mai provato da nessuna parte soprattutto con l'era di Internet.

Prosegue la Comandante: “Il cibo in realtà è abbastanza buono: una specie di mix liofilizzato e termostabilizzato. Una volta alla settimana ci concediamo il lusso di un pasto speciale con maggiore sapore e gusto. Tutto documentato in termini di calorie, proteine e nutrienti necessari.

stemma missione

Lo stemma di missione 1 CHAPEA. Fonte: NASA

L'habitat è ben concepito ma esiste una cosa impossibile da replicare,” prosegue Kelly, “la gravità e la differenza di ossigeno. Due cose che ci dicono che in realtà non stiamo sperimentando una vera e propria vita su Marte.