La galassia in cui viviamo, la Via Lattea, fa parte di un gruppo di oltre 50 galassie, il "Gruppo Locale", a cui appartiene anche Andromeda e una serie di oggetti più piccoli.
Ora, un team di scienziati russi ed americani ha aggiunto un nuovo membro alla lista: una piccola galassia nana isolata a quasi 7 milioni di anni luce di distanza.
Nel mese di novembre, gli astronomi del Max-Planck-Institut für extraterrestrische Physik (MPE) hanno presentato nuove osservazioni sulla nube di gas G2, uno dei tanti oggetti che orbitano vicino al buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea, identificato tramite la sorgente di onde radio associatata, Sagittarius A* (Sgr A*)
Un nuovo impressionante ritratto delle zona nord visibile della nostra Via Lattea è stato realizzato da Geert Barentsen dell'Università dell'Hertfordshire, mettendo insieme dieci anni di osservazioni con l'Isaac Newton Telescope (INT) a La Palma, nelle Isole Canarie.
Lo scatto straordinario è stato pubblicato sulla rivista Royal Astronomical Society.
Utilizzando i dati del telescopio spaziale Hubble e quelli delle osservazioni da Terra, gli astronomi hanno scoperto un oggetto improbabile in un luogo improbabile: un mostruoso buco nero supermassiccio nascosto in una delle galassie più piccole conosciute.
Il buco nero, che ha cinque volte la massa di quello al centro della nostra Via Lattea, è all'interno della galassia nana ultracompatta M60-UCD1, una delle più dense conosciute, con circa 140 milioni di masse solari all'interno di un diametro di circa 300 anni luce, solo 1/500 ° del diametro della nostra Galassia.
Utilizzando il Green Bank Telescope (GBT) della National Science Foundation ed altri radiotelescopi, un gruppo di astronomi, guidato da R. Brent Tully dell’Istituto di Astronomia dell’Università delle Hawaii, vincitore di importanti riconoscimenti, ha stabilito che la nostra Via Lattea fa parte di un superammasso recentemente scoperto, chiamato "Laniakea".
Un team di ricercatori guidato dall'astronomo Ivan Ramirez dell'Università del Texas, ad Austin, ha identificato il primo "fratello" del nostro Sole, una stella che quasi certamente è nata dalla stessa nube di gas e polveri.
Il nuovo studio verrà pubblicato sul numero del 1 giugno della rivista The Astrophysical Journal.
Una nuova immagine del telescopio spaziale Plank dell'Agenzia Spaziale Europea ESA svela le linee del campo magnetico della Via Lattea.
Una vera e propria mappa delle impronte digitali della nostra Galassia che permetterà agli astronomi di studiare la struttura del campo magnetico e comprendere meglio i processi di formazione stellare.
Le ultime osservazioni del Keck Observatory alle Hawaii mostrano che la nube di gas chiamata "G2" è ancora sorprendentemente intatta, nonostante si trovi molto vicino al buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea.
Gli astronomi dell'UCLA Galactic Center Group hanno riferito che le osservazioni del 19 e il 20 marzo 2014 mostravano ancora un oggetto sufficientemente "robusto" tanto da essere rilevato.
Nuovi indizi della sfuggente materia oscura arriverebbero dal centro della nostra Galassia grazie ai dati rilevati dal telescopio della NASA Fermi.
Un gruppo di scienziati indipendenti del Fermi National Accelerator Laboratory (Fermilab), del Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) e del Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha sviluppato nuove mappe che dimostrerebbero una maggiore emissione di raggi gamma dal centro galattico, che potrebbe essere spiegata con alcune forme di materia oscura, la cosiddetta massa mancante dell'Universo.
E' periodo di grandi mosaici!
Se siete rimasti colpiti dal fantastico LROC Northern Polar Mosaic (LNPM) del Polo Nord della Luna, impossibile non apprezzare questa fantastica composizione a 360 gradi della Via Lattea, presentata ieri, in occasione della conferenza TEDActive 2014, a Vancouver, Canada.
Il mosaico, realizzato dalla NASA assemblando per la prima volta le immagini della nostra Galassia ottenute con il telescopio spaziale Spitzer, è a 20 gigapixel ed utilizza la piattaforma di visualizzazione Microsoft WorldWide Telescope.