Pochi giorni fa, un oggetto molto veloce e con una traiettoria insolita è penetrato nel sistema solare interno per poi allontanarsi definitivamente. Cometa o asteroide, non apparteneva al nostro sistema solare.
Un nuovo studio basato sui dati Gaia ci svela quali saranno i prossimi incontri ravvicinati del Sole con altre stelle e quali sconvolgimenti bisogna aspettarsi.
Un gruppo internazionale di astronomi ha calcolato che 70.000 anni fa, una debole stella recentemente scoperta deve aver sfiorato il nostro Sistema Solare, passando all'interno della Nube di Oort.
La sonda della NASA Voyager 1 ancora risente degli effetti del Sole pur navigando nello spazio interstellare.
Nell'autunno 2013, sono state proprio le onde d'urto provenienti dalla nostra stella a convincere gli scienziati che la sonda aveva effettivamente lasciato l'eliosfera per entrare in una nuova frontiera, la regione di spazio tra le stelle riempita da una sorta di zuppa di particelle cariche, nota come plasma.
La recente scoperta di tre nuovi oggetti ai confini del Sistema Solare, il pianeta nano 2012 VP113 con il perielio maggiore ad oggi conosciuto, 2013 FY27 e 2013 FZ27 membri della fascia di Kuiper, ha portato gli astronomi a teorizzare ancora una volta la presenza di un corpo planetario massiccio agli angoli più remoti del nostro Sistema Solare.
A pochi giorni di distanza dall'annuncio della scoperta di un nuovo pianeta nano ai confini del Sistema Solare, chiamato 2012 VP113 o più affettuosamente "Biden", lo stesso gruppo di astronomi avrebbe avvistato altri due potenziali oggetti 2013 FY27 e 2013 FZ27.
Entrambi sono membri della fascia di Kuiper, un raggruppamento di corpi relativamente piccoli oltre l'orbita di Nettuno, dove si trova anche Plutone.
Un team di astronomi guidato dal Ph.D. Yoshiharu Shinnaka e dal professor Hideyo Kawakita, entrambe della Kyoto Sangyo University, hanno avuto l'occasione di tenere sotto osservazione la cometa ISON durante la sua luminosa performance di novembre 2013, con il Subaru Telescope presso l'Osservatorio di Mauna Kea, nelle Hawaii.
Ricordate ancora la cometa ISON? Era stata scoperta dai due astronomi russi Artyom Novichonok e Vitali Nevski il 21 settembre 2012 e subito ribattezzata la "Cometa del Secolo".
Aveva tenuto tutti sulle spine durante il suo insidioso viaggio nel Sistema Solare interno, diventando incredibilmente popolare.
Il 18 dicembre, come promesso, il telescopio spaziale Hubble ha provato a cercare la cometa ISON un'ultima volta ma senza successo.
La delusione, però, non è stata troppa.
Dal 28 novembre scorso, infatti, quando la cometa ha affrontato il perielio, le speranze di poterla ancora seguire nei cieli erano andate progressivamente svanendo.
Giornata decisamente movimentata, quella di ieri, per la cometa ISON: le ore di maggior tensione sono iniziate intorno alle 12:45 UT quando la cometa era ormai prossima al perielio e dalle sonde in orbita intorno al Sole arrivavano le ultime immagini.
La ISON, dopo un'attività improvvisa che aveva risollevato gli animi, aveva manifestato, tra il 21 e il 23, novembre un cambiamento importante: la produzione molecolare era scesa drasticamente, mentre era aumentata esponenzialmente la produzione di polveri.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.