Questo l'ammontare di ghiaccio che ogni anno si scioglie nel mondo, secondo i rilevamenti radar del satellite europeo Cryosat
Il grande iceberg A68, staccatosi dal continente antartico nel 2017, si è recentemente spezzato in più parti; i due principali frammenti sono visibili in questa immagine radar dal satellite europeo Copernicus Sentinel-1, ripresa il 28 gennaio.
L'effetto dell'aumento dei gas serra (mostrato ieri) sulla temperatura, sulla calotta polare e sul livello degli oceani.
Secondo un nuovo studio della NASA, le acque degli abissi oceanici terrestri non si riscaldano dal 2005, come se il riscaldamento globale stesse rallentando negli ultimi anni.
Gli scienziati del Propulsion Laboratory (JPL) di Pasadena, in California, hanno utilizzato i satelliti per monitorare le temperature profonde dei mari dal 2005 al 2013, scoprendo che sotto i 1.995 metri le acque non hanno subito alcun riscaldamento apprezzabile eppure, il livello dei mari sta ancora aumentando.
Per affrontare questo post dovremmo probabilmente tirare in ballo almeno metà dei trattati di fisica, tanto che ne risulterebbe un discorso complicato e sufficientemente ostico. Ho deciso, perciò, di affrontare l'argomento come una chiacchierata tra amici seduti tranquillamente ad un tavolo di un bar.
Tutto parte da una banale considerazione: siamo tutti coinvolti direttamente, come fornitori, fruitori e metabolizzatori di energia.
Siccità, inondazioni, riproduzione, El Niño Oscillazione Meridionale, noto anche come ENSO (El Niño-Southern Oscillation), influenza la vita quotidiana di milioni di persone in tutto il mondo.
Gli scienziati sono ormai anni che cercano di capire come l'ENSO sta rispondendo al riscaldamento globale, compito non facile dato che è di per sé già un fenomeno climatico variabile naturalmente.
Secondo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Nature Geoscience, un'ondata di freddo 116 milioni di anni fa, avrebbe innescato negli ecosistemi, crisi simili a quelle osservate per il riscaldamento globale.
Lo studio internazionale che coinvolge gli esperti provenienti dalle università di Newcastle, Regno Unito, Colonia, Francoforte e GEOMAR-Kiel, conferma il legame tra raffreddamento globale e crash nell'ecosistema marino durante il periodo serra a metà del Cretaceo.
La vegetazione alle latitudini più settentrionali del nostro pianeta assomiglia sempre di più a quella delle latitudini più a sud: questo sarebbe il risultato di uno studio finanziato dalla NASA, basato su 30 anni di osservazioni.
Un team internazionale di ricercatori universitari e scienziati della NASA hanno esaminato la relazione tra i cambiamenti di temperatura della superficie terrestre e la crescita della vegetazione dai 45 gradi di latitudine nord fino al Mar Glaciale Artico.
Gli scienziati della NASA confermano: la tendenza lungo termine rispecchia senza dubbio un aumento delle temperature globali. Il 2012 è stato uno degli anni più caldi, il nono dal 1880.
Il NASA Goddard Institute for Space Studies (GISS) di New York che controlla le temperature della superficie terrestre in modo continuativo, ha rilasciato martedì scorso un'analisi aggiornata che mette a confronto le temperature del 2012 con la media globale del 20° secolo.
A partire da questo mese la NASA utilizzerà dei voli Uav (Unmanned Aerial System, aerei senza pilota controllati da remoto) a quota 65.000 metri sopra l'oceano Pacifico, vicino all'equatore, al largo della coste del Centro America, per sondare le alte regioni inesplorate della nostra atmosfera e trovare risposte ai cambiamenti climatici.