Negli ultimi 20 anni, la ricerca dei pianeti extrasolari ha accelerato particolarmente grazie ad importanti missioni, come Kepler della NASA che proprio mercoledì scorso ha annunciato 715 nuovi pianeti exstrasolari confermati in un sol colpo.
Numerosi mondi, a prima vista, sono simili alla Terra e alcuni si trovano nella cosiddetta zona abitabile, ossia alla giusta distanza dalla loro stella madre, affinché possa esistere acqua allo stato liquido sulla loro superficie.
La missione della NASA Kepler ha annunciato, mercoledì 26 febbraio, la scoperta di altri 715 pianeti extrasolari confermati, tutti in sistemi planetari multipli simili al nostro, in orbita intorno a 305 stelle.
Quasi il 95% di questi nuovi mondi sono più piccoli di Nettuno, che è circa quattro volte le dimensioni della Terra e orbitano troppo vicino alle loro stelle per sostenere la vita come la conosciamo.
Una roccia spaziale, con la massa di una piccola auto, è piombata sulla superficie della Luna a settembre dello scorso anno, generando l'esplosione più luminosa osservata finora.
L'impatto, presentato ieri in un video, risale all'11 settembre 2013: mostra un flash prolungato, brillante come la stella Polaris, che sarebbe stato facilmente visibile da Terra per chiunque avesse osservato la Luna alle 20:07 UT.
Un team di astronomi guidato dal Ph.D. Yoshiharu Shinnaka e dal professor Hideyo Kawakita, entrambe della Kyoto Sangyo University, hanno avuto l'occasione di tenere sotto osservazione la cometa ISON durante la sua luminosa performance di novembre 2013, con il Subaru Telescope presso l'Osservatorio di Mauna Kea, nelle Hawaii.
Mentre l'origine della vita rimane un mistero, gli scienziati stanno trovando sempre più prove che il materiale proveniente dallo spazio e consegnato alla Terra da impatti di comete e meteoriti, avrebbe potuto fungere da innesco per la vita sul nostro pianeta.
Gli amminoacidi, necessari per produrre le proteine, molecole tra le più importanti per la vita, sono stati trovati in diversi meteoriti ricchi di carbonio (condriti carbonacee)
Kepler-413b è la designazione dell'ultimo strano nuovo mondo scovato dal telescopio spaziale della NASA Kepler.
E' un pianeta che oscilla selvaggiamente sul suo asse di rotazione, un posto dove probabilmente sarebbe difficile decidere quale vestito indossare la mattina.
L'inclinazione del suo asse di rotazione può variare di ben 30 gradi in 11 anni.
Ieri sera, alle 19:17 ora italiana, per la prima volta dopo 31 mesi di ibernazione nello spazio profondo, la sonda dell'ESA Rosetta ha trasmesso il suo primo segnale, il segno che tutti stavano aspettando.
La sonda sta inseguendo la cometa di corto periodo 67P/Churyumov-Gerasimenko.
Ricordate ancora la cometa ISON? Era stata scoperta dai due astronomi russi Artyom Novichonok e Vitali Nevski il 21 settembre 2012 e subito ribattezzata la "Cometa del Secolo".
Aveva tenuto tutti sulle spine durante il suo insidioso viaggio nel Sistema Solare interno, diventando incredibilmente popolare.
Ha ormai percorso gran parte della strada tra la Terra e Plutone ma ancora non le avevo dedicato un post: sto parlando della sonda della NASA News Horizons.
Dopo 7 anni di viaggio ed oltre 4,3 miliardi di chilometri percorsi, la sonda è solo la quinta ad attraversare lo spazio interplanetario così lontano dal Sole e la prima a dirigersi verso Plutone.
Il 18 dicembre, come promesso, il telescopio spaziale Hubble ha provato a cercare la cometa ISON un'ultima volta ma senza successo.
La delusione, però, non è stata troppa.
Dal 28 novembre scorso, infatti, quando la cometa ha affrontato il perielio, le speranze di poterla ancora seguire nei cieli erano andate progressivamente svanendo.