Un anno fa il mondo vide la prima, confusa immagine di un buco nero; quella figura nasconde una struttura molto più intricata, fatta di innumerevoli anelli di luce la cui impronta potrebbe essere rivelata dai futuri radiointerferometri nello spazio.
Mentre il lento lavoro per produrre "l'immagine del secolo" procede, sono stati pubblicati gli incoraggianti risultati delle osservazioni condotte nel 2013 con sole 4 antenne.
Nelle ultime settimane si è fatto un gran parlare del progetto internazionale per fotografare direttamente due buchi neri supermassicci. Vediamo di chiarire di che si tratta e cosa dobbiamo realmente aspettarci (anche per evitare cocenti delusioni!).
Stephen Hawking potrebbe aver risolto uno dei misteri più famosi della fisica, noto come "paradosso dell'informazione del buco nero".
Un campo magnetico molto potente è stato rilevato da ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) vicino all'orizzonte degli eventi di un buco nero supermassiccio. I risultati saranno pubblicati nel numero del 17 aprile 2015 della rivista Science.
Non stiamo parlando delle trama del prossimo film di fantascienza ma di due scienziati, Zilong Li e Cosimo Bambi che, in collaborazione con la Fudan University di Shanghai, ritengono che i buchi neri presenti al centro delle Galassie siano piuttosto dei wormhole.
Il loro documento è stato pubblicato su arXiv.
Da Nature News arriva un annuncio che sembra sensazionale: i buchi neri non esistono.
L'affermazione non arriva da una persona qualunque ma da Stephen Hawking, il famoso e importante fisico britannico, uno dei creatori della moderna teoria sui buchi neri.
In realtà, Hawking non ha cambiato completamente idea sul concetto di buco nero ma mette in dubbio l'esistenza di un "orizzonte degli eventi", ossia il limite oltre il quale nulla può sfuggire, che è comunque incompatibile con la teoria quantistica.