Le osservazioni orbitali hanno svelato la presenza di un enorme pennacchio nel mantello del pianeta che spinge verso l'alto la superficie e guida un'intensa attività vulcanica e sismica.
Per la prima volta, gli scienziati hanno esaminato una zona a velocità ultra-bassa (ULVZ). Queste enigmatiche sacche di roccia si trovano vicino al nucleo terrestre, a circa 3.000 chilometri sotto la superficie.
Secondo i ricercatori dell'Australian National University (ANU), in collaborazione con l'Accademia Cinese delle Scienze di Pechino, i ripetuti terremoti osservati in alcune regioni di Marte potrebbero essere causati da un'attività vulcanica sotto la superficie del pianeta.
L'interno della Terra non è una pila uniforme di strati. Nel profondo del mantello giacciono due colossali masse di materiale termochimico, all'incirca ai lati opposti del pianeta.
Le onde sismiche che si propagano nel sottosuolo vengo utilizzate dai ricercatori per esplorare la composizione di crosta e mantello della Terra. Giù, vicino al nucleo, ci sono patch in cui le onde sismiche rallentano a passo d'uomo. Una nuova ricerca dell'Università dello Utah ha scoperto che queste zone enigmatiche sono sorprendentemente stratificate.
In un paio di studi recenti, la NASA ha identificato le posizioni superficiali più probabili in cui si troverebbero pezzi di mantello della Luna, fornendo una mappa per future missioni di sample return di campioni lunari
Un nuovo studio pubblicato su Nature dimostra che la Luna ha molto in comune con la Terra, una scoperta che ha importati implicazioni sulla storia della sua formazione. Contemporaneamente, un altro documento apparso su Icarus spiega che il suolo del nostro satellite è in continua mutazione sotto l'azione di cariche elettriche generate dalle particelle cariche rilasciate durante le tempeste solari.
Questa simulazione al computer mostra il mantello terrestre sotto l'Oceano Pacifico.
Il modello sfrutta la velocità di propagazione delle onde sismiche dei terremoti per rilevare strutture sotterranee. Rosso ed arancione rappresentano le onde più lente, mentre verde e blu sono le onde più veloci associate a zone di subduzione, dove una placca tettonica affonda sotto ad un'altra
Approfondimenti:
- http://www.princeton.edu/main/news/archive/S42/59/33Q27/
- http://www.isgtw.org/feature/getting-clearer-picture-earths-interior
Solo pochi giorni fa avevamo parlato dell'idrogeno che la circonda (Il grande asteroide Vesta è circondato da idrogeno) ed ecco che Vesta torna di nuovo a fare notizia.
Le sue grandi depressioni suggeriscono infatti, una complessità geologica superiore a qualsiasi altro asteroide.
Dal momento i cui sono state scoperte, gli scienziati hanno lavorato sui dati inviati dalla sonda Dawn per determinarne l'origine.
Un nuovo studio suggerisce che la superficie di Marte sia stata modellata dalla tettonica a placche in un passato recente, rendendo il Pianeta Rosso un candidato per ospitare la vita migliore rispetto a quanto si sia sempre pensato.
Fino ad oggi gli scienziati hanno creduto che il movimento delle zolle tettoniche fosse una prerogativa terrestre.