La nuova mappa della porzione di Via Lattea nei nostri dintorni, basata sui dati Gaia, suggerisce una struttura barrata con soli due bracci e non quattro come si riteneva in precedenza.
La stella Albireo, nota anche come beta Cygni, è forse la stella doppia bicolore più popolare di tutto il cielo. Adesso i dati di Gaia suggeriscono che contenga un oggetto compatto ed oscuro di circa tre masse solari, forse un buco nero.
La vita dell'osservatorio astrometrico è stata prolungata di oltre un anno, insieme ad altre importanti missioni ESA. Intanto continuano ad arrivare nuove scoperte nei più svariati settori.
I primi due buchi neri scoperti dal satellite europeo a poche migliaia di anni luce da noi non emettono luce e la loro esistenza è stata dedotta dalle lievi oscillazioni indotte su stelle compagne.
Il progetto GaiaNIR consentirà di fare tesoro dell'esperienza del satellite GAIA, moltiplicandone drasticamente sia la precisione che il raggio d'azione.
Le osservazioni di Plutone e Caronte fatte dal satellite europeo nell'arco di 100 mesi mostrano la posizione relativa dei due corpi, in realtà entrambi in rotazione rispetto al comune baricentro
Come riportato il 10 gennaio al 241esimo incontro dell'American Astronomical Society a Seattle, la stella Gaia17bpp non stava cambiando ma è tornata a illuminarsi di nuovo dopo essere stata oscurate per sette anni da una stella compagna.
Ha 12 volte la massa del Sole e si trova a 1.550 anni luce dal nostro Sistema Solare e ciò lo rende uno dei buchi neri più vicini conosciuti.
Un giorno succederà. Tra miliardi di anni, il Sole esaurirà il suo combustibile e si gonfierà fino a diventare una gigante rossa prima di diventare una nana bianca. Ma quando esattamente? Ora, grazie agli ultimi dati raccolti della sonda dell'ESA Gaia, conosciamo il futuro della nostra stella in modo molto più dettagliato.
Le velocità radiali delle stelle, misurate da Gaia, mostrano chiaramente lo schema di rotazione della Via Lattea